La pandemia ha cambiato diversi settori, soprattutto quello economico. Lo stato inatteso in grado di perturbare l’economia, la finanza le industrie e il commercio. Messi già sotto pressione dalla lenta ripresa dell’Occidente. La gestione dei flussi economico-finanziari e sdoganando il dominio delle piattaforme tecnologiche e la dipendenza delle società da esse. Individuando nell’Europa la pecca dell’economia globale. A un anno di distanza, possiamo tirare le somma con delle considerazioni. Dopo che la pandemia e le sue conseguenze catastrofiche hanno cambiato strutturalmente rapporti di forza, dinamiche produttive e scenari finanziari.
Si è confermata la natura doppia della globalizzazione, si è accentuato lo scollamento tra economie reali e finanza. Apple ha sfondato 2mila miliardi, Tesla ha sbancato nel settore auto, Amazon, Facebook e Google hanno aumentato i loro valori economici e finanziari. Più l’economia reale si inceppava, più la borsa sbancava. E la dicotomia più classica dell’era globalizzata era una beffa, in una fase in cui neanche i decessi da Covid e una serie di crisi socioeconomiche frenano le borse.
Da valutare sul lungo periodo sono gli effetti sistemici di due cambiamenti importanti per l’economia, sdoganamento dello smart working e la ristrutturazione del ruolo delle grandi metropoli come sviluppo e aggregazione di idee, imprese e innovazioni.