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Economia creativa, l’edificazione di un futuro propizio

È un periodo delicato, il presente pare essere ancora sfavorevole per l’economia italiana, ma gli sguardi di tutti sono rivolti al futuro, perché in lontananza ogni cosa sembra essere propizia. Secondo quanto fatto sapere dalle Nazioni Unite, l’economia creativa potrebbe rappresentare il perno intorno al quale si tenterà a costruire un futuro capace di rispettare l’ambiente, i lavoratori e i valori essenziali della democrazia. L’annuncio dell’Organizzazione ha definito il 2021 come “Anno internazionale dell’economia creativa per lo sviluppo sostenibile“.

Si tratta di una scelta già presa precedentemente in considerazione, con una risoluzione poi cambiata a novembre dell’anno seguente, in piena pandemia. In seguito ad anno scalfito dagli orrori provocati dal Covid-19, quella risoluzione iniziale pare entrare a far parte del presente, una decisione forzata, in un momento particolarmente complesso. Il futuro rappresenta sicuramente la priorità, ma bisogna necessariamente tutelare anche il presente: l’economia creativa deve simboleggiare uno strumento primario per rilanciare il progresso e per invertire la flessione attuale.

Economia creativa: le origini del termine e della definizione

Nel 2001, circa vent’anni fa, John Howkins, autore britannico e professore dell’Università di Lincoln, divulgò “The Creative Economy“, libro nel quale fu esplicitata per la prima volta la definizione di “economia creativa”. Il primo tipo di economia dove immaginazione e ingegno determinano ciò che le persone vogliono fare e produrre. E ciò che vogliono acquistare”. Tre fondamenta caratterizzano questo genere di economia, capaci di garantirle uno sviluppo.

In primis, ciascun individuo nasce creativo, con una propria immaginazione, ed ha intenzione di sfoggiarla. In secondo luogo, la persona creativa necessita di un certo tipo di libertà. Per ultimo, le persone creative devono avere la possibilità di poter instaurare rapporti limpidi ed efficienti. Questa tipologia di economia nasce dall’idea che negli ultimi anni la creazione ha cominciato ad interpretare un ruolo importante nella società attuale, un ruolo fondamentale per contribuire alla crescita della collettività.

Lo sviluppo odierno del settore

Dopo tre anni dalla definizione espressa, l’economia creativa è riuscita a far parte dell’agenda dell’economia e dello sviluppo mondiale dell’Onu. Questa è naturalmente la lampante dimostrazione del progresso di questo settore. Uno sviluppo talmente consistente, da istituire la Giornata mondiale della creatività e dell’innovazione. È un ramo in costante incremento, aumenta di un valore che si aggira intorno al 10% nei differenti paesi di anno in anno.

L’economia creativa è l’amalgama di quelle attività che supportano l’imprenditoria, incoraggiano l’evoluzione ed accomunano gli individui, abbracciando la diversità e l’intero patrimonio culturale. È semplice ipotizzare, dunque, che questo comparto è abile a realizzare una comunità coesa, senza nessun genere di esclusione. Insomma, l’economia creativa pare possedere le peculiarità per garantire un futuro migliore.