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Coronavirus è partito dalla Cina

Lunedì 3 febbraio 2020 è stato il giorno di riapertura dei mercati dopo la sospensione delle attività in occasione del Capodanno cinese.

Le borse cinesi, come quella di Shanghai e Shenzhen hanno perso 420 miliardi di dollari in capitalizzazioni. In particolare si evidenzia che Shanghai ha perso il 7,72% e Shenzhen l’8, 41 %.

Il crollo delle borse cinesi è dovuto alla paura relativa al coronavirus, terribile virus partito dalla città di Wuhan in Cina.

Il bilancio delle vittime del coronavirus è molto preoccupante: 361 decessi in Cina.

Si è diffusa una paura generale in quanto sono stati registrati diversi casi anche fuori dalla Cina, come il caso dei due turisti cinesi, registrato a Roma.

La preoccupazione è tanta e si registra anche a livello del mercato internazionale. Pertanto tutti i mercati cinesi sono crollati drasticamente.

In Cina si sono fermate 24 zone, comprese fra province e municipalità. Qui sono state sospese tutte le attività economiche e produttive fino al 10 febbraio.

Altro grande danno all’economia in quanto queste zone l’anno scorso avevano contribuito all’ 80% al Pil della Cina e al 90%  export.

Inoltre è importante evidenziare che lo yuan ha subito un indebolimento rispetto al  dollaro a causa delle preoccupazioni per il coronavirus di Wuhan e giunge a quota 7, a 7,0049 (+0,99%) sui mercati onshore, mentre su quelli offshore si attesta a 7,0054 (+0,07%).

La banca popolare cinese ha affermato che per fronteggiare questo periodo di contenimento del virus, ci sarà maggiore liquidità e che caleranno i tassi dei prestiti.

C’è stato anche il crollo della domanda del petrolio da parte della Cina di 3 milioni di barili al giorno.

Attualmente i timori relativi al virus sembrano non aver recato danno alle borse europee che stamane hanno tutte aperto positivamente. Infatti la borsa di Milano stamattina si è aperta in rialzo dello 0,26 %.

Mentre Londra si è aperta in positivo, anche se era il primo giorno di contrattazioni dopo la Brexit.