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Drive in e Covid: la nuova frontiera del cinema?

Un drive in non è altro che un locale pubblico nel quale è possibile ricevere un servizio rimanendo comodamente nell’abitacolo della propria automobile.

Questo tipo di attività è stata molto prolifica in America nel secolo scorso, soprattutto per quanto riguarda i settori della ristorazione e cinematografico, tanto che il primo ristorante drive in fu il Kirby’s Pig Stand, Dallas, nel 1921, antesignano dei moderni fast food restaurant.

Questo tipo di attività fece in modo di creare una vera e propria nuova figura professionale caratteristica, quella delle carhops, giovani cameriere che servivano i clienti sui pattini a rotelle.

Subito il sistema divenne popolare tra i giovanissimi, tanto che il drive in divenne uno dei simboli degli anni cinquanta, in seguito al boom automobilistico e della questione privacy garantita dalla permanenza all’interno dell’auto, al punto da creare anche una chiesa drive-in.

Per quanto riguarda l’Italia, il primo drive in italiano fu inaugurato il 29 agosto 1957 tra Axa e Casal Palocco, vantava uno schermo cinematografico, di 540 m², si affaccia su un’area complessiva di 60 000 metri quadrati per una capienza di 750 automobili, l’audio era assicurato grazie ad un altoparlante da agganciare alla portiera. Il primo film a venire proiettato nell’impianto fu La nonna Sabella di Dino Risi.

La formula del drive in torna però alla ribalta a quasi cento anni dalla sua nascita, oggi, nel 2020, si sta pensando di adottare questa ormai già testata metodologia di fruizione a causa dell’emergenza da Covid-19.

Drive in, l’idea della DAservice

Una delle prime agenzie a decidere di adottare nuovamente il sistema drive in è la DAservice, composta da due diciannovenni di Cellamare, che hanno deciso di riprenderla per rilanciare il settore cinematografico alla fine della pandemia.

“Abbiamo cercato di creare una situazione per risolvere la difficile ripresa del settore dello spettacolo così abbiamo progettato un cinema alternativo, seguendo lo stile del drive in americano. Qui le auto stesse fungeranno da barriere antivirus, poiché isolano completamente le persone al loro interno dall’ambiente esterno, rispettando così tutte le forme di distanziamento sociale. Questa soluzione è anche dal punto di vista ambientale, completamente ecosostenibile, poiché nel progetto non si andranno ad installare pareti di plexiglass o altri tipi di strutture in materiale plastico, difficilmente smaltibili dopo l’utilizzo”, queste le affermazioni dei due giovani che si sono orientati verso un’alternativa ecologica ed economica, in grado di garantire la ripresa del settore, nonché un sano divertimento per i più giovani.

Emanuele Marino
Emanuele Marino
Giornalista pubblicista, nonché studente universitario iscritto alla facoltà di Lettere Moderne presso l'Università degli studi di Napoli Federico II