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Donne protagoniste del settore economico, la Ferragni al CdA

In un mondo dove il ruolo della donna è ancora sottovalutato e ha ancora dei problemi, nel XXI secolo, ecco che nell’economia le donne sono alla ribalta. Sono loro che nel periodo in cui il mondo vive una pandemia, un pericolo e una paura hanno bisogno di sperare e di guardare al domani con occhi sognanti, affrontando così la sfida della rinascita.

In piena crisi economica, nella minaccia di un virus globale, la pandemia ha colpito soprattutto loro. Spesso lavorano in modo irregolare o precario. In smart working ma con uno sguardo sempre vigile sulla casa e sulla famiglia, ma ecco un’icona della femminilità alla ribalta.

Chiara Ferragni con il suo impero di fan e di successo è entrata nel Consiglio di Amministrazione di Tod’s, una delle imprese  italiane con più valore. L’azienda specializzata in calzature, abbigliamento e accessori, fondata dalla famiglia Valle, è la più conosciuta a livello nazionale.

L’entrata in scena dell’influencer ed imprenditrice italiana nel Consiglio di Amministrazione è motivato dalla necessità di rivolgere uno sguardo al futuro nel mondo femminile.

Gli economisti affermano che non ci può essere sviluppo senza il contributo delle donne nel mondo del lavoro e nei ruoli di responsabilità. Secondo i dati, e secondo l’Istat, l’Italia è penultima in Europa per occupazione femminile, ultima se consideriamo la fascia d’età tra i 25 e 34 anni, la fascia di lavoratrici per l’appunto in piena attività lavorativa.  Una donna su 6 non lavora dopo aver partorito e cresciuto un figlio.

La disuguaglianza di genere in Italia passa attraverso tutte le altre disuguaglianze. Non si investe in infrastrutture, in nidi pubblici che dovrebbero dare spazio al 60% dei bambini, non si investe nella scuola a tempo pieno, nella cura e nell’assistenza agli anziani e ai disabili.”

Tanti i dibattiti, tante le associazioni e le comunicazioni che combattono per promuovere il ruolo delle donne per un futuro più rosa. Con la Ferragni in scena ora sarà difficile dar meno retta alle donne che chiedono alle istituzioni più azioni vere. Anche per le politiche strutturali, si spera in un passaggio culturale per superare i pregiudizi, presenti ancora nella cultura e in un mondo patriarcale nei confronti del mondo femminile.