Andrea Cristina Zamfir, ragazza rumena di soli 26 anni è stata trovata morta e legata a una sbarra, come fosse crocifissa, sotto il cavalcavia dell’A1 a Firenze.
Le ecchimosi riportate sulle braccia testimoniano il disperato tentativo della donna che ha cercato di liberarsi dalla presa brutale del suo aguzzino, una bestia che l’ha denudata e legata con del nastro da pacchi a una sbarra orizzontale, lasciandola morire così, in ginocchio, nel freddo della notte.
Chi ha lanciato l’allarme racconta di averla ritrovata: “A braccia larghe come se fosse crocifissa”. Il testimone uscendo per un giro in bici non ha potuto non notare il corpo pallido della ragazza, nudo con le sole scarpe addosso. L’identità della donna è stata confermata dal ritrovamento dei suoi effetti personali, rivenuti assieme al cellulare a circa 1 km e mezzo dal corpo. Secondo gli inquirenti potrebbe trattarsi di una prostituta, la zona in cui Cristina ha perso la vita è frequentata abitualmente da prostitute e tossicodipendenti, tanto che i residenti più volte si sono lamentati della situazione in cui riversa il loro quartiere. Emerge inoltre che una donna avrebbe sentito intorno alle 23,00 alcuni lamenti ma credendo si trattasse di un animale non ha lanciato nessun allarme.
Il 28 Marzo del 2013 ci fu un caso simile: una prostituta di 46 anni fu derubata, violentata e legata a una sbarra da un suo cliente. La donna fu attirata in macchina in Via Novoli a Firenze e trascinata in una zona più defilata dove l’aguzzino avrebbe messo in scena il suo piano. In quel caso però la donna riuscì a salvarsi, infatti le sue grida attirarono l’attenzione di alcuni residenti, e a fornire un identikit del suo aggressore: un uomo italiano tra i 50 e i 60 anni, basso e con un’utilitaria bianca.
Al momento le indagini sono ancora in corso. Nessuna pista è esclusa ma la più accreditata pare sia quella di una giovane prostituta rimasta vittima di un cliente e che con tutta probabilità sia morta da sola, dopo l’allontanamento del suo carnefice nel freddo e nel silenzio di una buia notte. Il caso è stato affidato al pm Paolo Canessa, lo stesso che si occupò del caso del Mostro di Firenze, il serial killer colpevole di otto duplici ed efferati omicidi compiuti tra il ’68 e l’85 nella provincia del capoluogo toscano.
Una zona maledetta quella della periferia fiorentina, l’immaginazione e la paura non possono che volare veloci alla luce di ciò che accadde in passato.
Se ci troviamo di fronte ad assurde coincidenze o a casi correlati saranno solo le indagini a dirlo.