Due millenni! Tanto ha dovuto aspettare il primo imperatore di Roma, Augusto, per avere la sua Domus restaurata e tirata a lucido per l’apertura al pubblico. Da oggi, infatti, è visitabile la casa di Augusto sul Colle Palatino a Roma e l’abitazione di quella che viene ricordata come la sua terza moglie, Livia.
Dopo anni in cui è stata esposta alle intemperie, finalmente è stato possibile cominciare un massivo lavoro di ristrutturazione e restaurazione delle sale che compongono la Domus Augustea, villa-gioiello dell’eredità storica latina e che era impossibile celare allo sguardo curioso e invadente dei turisti ancora per molto.

La passeggiata all’indietro nel tempo si presenta quasi sotterranea, per entrare nelle stanze private dell’imperatore, i suoi cubicula, che si caratterizzano per un forte colore rosso, detto pompeiano, per ricordare il periodo storico di ricchezza durante il quale Augusto e Livia hanno vissuto. Successivamente, si passa nella stanza dei festoni di pino e quella delle maschere, ispirata a scene teatrali e arricchita con il pilastro betilo, evidente richiamo ad Apollo, dio Sole, in contrasto con la presenza del santuario di Artemide, che del dio Sole era gemella, nell’abitazione dell’amata Livia.
L’apertura delle due biblioteche, quella greca e quella latina, costituiscono forse la maggiore novità dell’apertura al pubblico della Domus, perché permettono al visitatore di fare un reale viaggio nel tempo, attraverso documenti e ambientazioni spesso chiave nella vita di questi personaggi. Superate le maestose biblioteche, si apre al pubblico lo scenario del triclinium, luogo che ospitava feste e pranzi regali, con al centro l’inedita “sala delle prospettive”.
L’intero lavoro è costato alla Soprintendenza di Roma, guidata dall’archeologa Mariarosaria Barbera, ben due milioni e mezzo di euro divisi in due anni di lavori per la restaurazione della casa di Augusto e la riapertura della casa di Livia, precedentemente visitabile, ma chiusa dal 2008. Le visite guidate sono organizzate in modo da permettere l’entrata a 20 persone alla volta, previa prenotazione. I turisti più curiosi dovranno tenere gli occhi ben aperti perché, lì sul Palatino, c’è anche la grotta di Romolo e Remo, che Augusto voleva fossero suoi “vicini”.