“Dick”, attenzione non stiamo parlando delle avventure di un cetaceo, ma di qualcosa che ha a che fare con il complesso rapporto, fisico, psicologico ed emotivo, degli uomini con il loro pene. Sembra una cosa stile Sex & the City in versione maschile, e in effetti lo è. Se la nostra società sembra aver dato più spazio alle labirintiche relazioni tra la mente e l’organo riproduttivo femminile, il rapporto tra gli uomini ed il proprio pene è considerato un vero e proprio tabù.
Personificato, a volte dotato di un nome proprio, colpevole di scelte sbagliate e poco razionali, l’organo è visto spesso come qualcosa a sé dal resto del corpo, che porta a prendere decisioni contrarie alla propria volontà.
Il regista Brian Fender è l’autore del singolare documentario “Dick, The Documentary”, realizzato grazie alla partecipazione di 63 uomini tra i 22 e gli 82 anni, che hanno accettato di spogliarsi, letteralmente, delle loro inibizioni e di raccontare emozioni, sensazioni attinenti al loro personale rapporto con il proprio “Dick”. Davanti ad una videocamera che li riprendeva dalla vita in giù, questi uomini hanno rotto il muro del silenzio su qualcosa di cui normalmente tutti gli appartenenti alla classe maschile parlano in modo spavaldo, nascondendo a volte qualche piccolo complesso o qualche paura, che fatica a venire fuori ed essere rivelata.
Alcuni sono apparsi più sicuri di sé, altri meno, ma in tutti i casi si è trattato di un esperimento liberatorio, perché parlare delle proprie esperienze in questa maniera, può risultare utile e formativo. Il documentario di Fender non ha nulla di pornografico o volgare, l’argomento invece viene trattato con grande maturità e naturalezza.
Il documentario ha riscosso un certo successo ed ora può anche essere acquistato on line.