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Diciotto anni fa il super blackout che oscurò l’Italia

Alle 3:30 a.m. del 28 settembre 2003, la caduta di un albero, in prossimità della linea elettrica tra Svizzera e Piemonte, causò il più grande blackout che la storia d’Italia ricordi.

Ad eccezione della Sardegna e delle Isole minori, tutto il Paese rimase privo di elettricità fino alle cinque del mattino, ora in cui vennero ripristinati i primi sistemi. Al Centro e al Sud del Paese, il ripristino avvenne a rilento, e soltanto verso le ore serali la corrente fu ripristinata in Campania, mentre in Sicilia fu completato addirittura solo intorno alle 22.

Il blackout provocò svariati e nutriti disagi in tutto lo stivale. Il più memorabile, e che probabilmente è rimasto ben impresso a molte persone, è quello accaduto a Roma, dove nel corso della notte stava svolgendosi ancora la prima “Notte bianca“. Centinaia di migliaia di persone erano in strada in quel momento, mentre altre decine di migliaia si ritrovarono bloccate all’interno della metropolitana.

In tutta Italia decine di collegamenti ferroviari subirono blocchi e soppressioni, ai danni di almeno 30mila persone che stavano viaggiando in quei momenti.

I vigili del fuoco furono costretti ad intervenire per liberare migliaia di persone rimaste imprigionate negli ascensori.

Stando alle ricostruzioni della Commissione di Inchiesta Italiana, il blackout venne apparentemente causato dalla caduta di un albero e da alcuni errori nella gestione della rete elettrica in Svizzera. Per alcuni minuti gli svizzeri provarono a ripristinare la linea, ma senza risultati. Chiesero, perciò, al gestore italiano di diminuire la richiesta di corrente dalla Svizzera di 300 MW.

Dalle indagini successive, però, emerse che era troppo poco: sarebbe stato necessario spuntare dall’Italia almeno 2 mila MW, ed il gestore italiano era disposto a staccarne fino a 3 mila.

Nella manciata di pochi minuti quasi tutte le altre linee sì sovraccaricarono e crollarono, progressivamente, causando il blackout totale. L’interruzione causò danni anche ad Austria e Slovenia.

Secondo il responso della Commissione di Inchiesta Italiana, confermato dalla UCTE (l’unione dei gestori elettrici europei):

Se la modifica richiesta dall’operatore svizzero fosse stata adeguata in termini di potenza, il black out non si sarebbe innescato”.