Il Decreto dignità prende forma, le commissioni Finanze e Lavoro della Camera hanno approvato la proposta di modifica dei relatori. Via libera anche a un emendamento che prevede la trasformazione automatica dei contratti a tempo determinato di oltre 12 mesi in assunzioni stabili se non viene indicata la causale.
La prima proposta emendativa elimina dal comma 2 dell’art. 1 l’immediata applicazione delle nuove disposizioni ai rinnovi e alle proroghe dei contratti in corso al 14 luglio scorso, data di entrata in vigore del D.L. n. 87/2018.
Secondo il Ministro del Lavoro e dello sviluppo economico, Luigi Di Maio, sta nascendo il nuovo decreto dignità 2.0 che si prepara ad essere ancora più saldo e colmo di contenuti significativi, proposte, rispetto a quello precedente.
Tra le diverse modifiche approvate anche una deroga per le collaborazioni dei volontari del soccorso alpino dalla disciplina del rapporto subordinato. Si attende poi l’emendamento che reintroduce con forti paletti i voucher limitandone l’utilizzo agli operatori delle strutture di ricezione turistiche (alberghi) con massimo otto dipendenti e ad uso esclusivo di pensionati, studenti, disoccupati e cassaintegrati.
Secondo quanto dichiarato da Luigi Di Maio, il nuovo Decreto Dignità ha quattro punti fondamentali volti a ridare dignità ad alcune categorie che in Italia, che sono in netta difficoltà.
Per quanto riguarda il primo punto inserito nel Decreto, le imprese, dalle quali verranno eliminate gran parte delle scartoffie inutili, che rendono i tempi burocratici particolarmente lunghi, come ad esempio, gli “slit-payment” e gli studi di settore. Ci sarà poi una norma sulle delocalizzazioni, chiunque prende fondi dallo stato, non deve lasciare il Paese per trasferirsi all’estero, (con riferimento alle grandi multinazionali). Il terzo punto importante è la lotta alla precarietà, ossia ridurre il rinnovo definibile illimitato per come esso è percepito, dei contratti a tempo determinato, e dare garanzie a categorie nuove, come quella dei riders. Quarto e ultimo punto, il gioco d’azzardo, “voglio vietare la pubblicità del gioco d’azzardo che tenta ogni giorno, con meccanismi di gioco, tanti minori, ma anche padri di famiglia, che finiscono in questo vortice malefico e distruttivo”, queste le parole convinte del Ministro Di Maio.
Un lavoro non certo semplice, che vede particolarmente impegnato il governo giallo verde, ma che conta di dare, anzi ri-dare dignità ad un Paese intero, attraverso una serie di “paletti” pensati proprio per restituire ciò che è stato implicitamente tolto.