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Ddl Zan: la richiesta del Vaticano divide le forze politiche italiane

Il Ddl Zan torna a far discutere e a dividere le forze politiche.

Questa volta però a riaccendere le luci sulla legge contro l’omofobia è stato il Vaticano.

Una mossa senza precedenti storici, lo Stato Pontificio si rivolge direttamente all’ambasciatore italiano presso la Santa Sede, per far sentire il suo dissenso.

La richiesta chiara e semplice, modificare il testo della legge, in quanto violerebbe «in alcuni contenuti l’accordo di revisione del Concordato».

La legge contro l’omofobia è attesa in questi giorni al Senato dopo l’ok della Camera, ma il testo preoccupa la Santa Sede.

Stando ad alcune dichiarazioni infatti, il Vaticano teme che alcuni contenuti del Ddl Zan possano ridurre «la libertà garantita alla Chiesa Cattolica dall’articolo 2,commi 1 e 3 dell’accordo di revisione del Concordato».

Come prevedibile la richiesta giunta dalla Santa Sede ha infiammato il dibattito politico.

La legge sull’omofobia aveva già diviso e acceso la discussione tra le variegate forze di maggioranza negli scorsi mesi, che oggi si ritrovano di nuovo ferme su posizioni contrastanti.

Il sgretario del Partito Democratico, non esclude a priori, la possibilità di modificare il testo di legge, pur ribadendo la ferma convinzione che una legge di questo genere sia un atto dovuto di civiltà.

Queste le sue dichiarazioni: «Noi siamo sempre stati favorevoli a norme molto forti contro la omotransfobia, e rimaniamo favorevoli a queste norme e al ddl Zan, ma siamo sempre stati aperti al confronto in Parlamento e guarderemo con il massimo spirito di apertura ai nodi giuridici». Riferendosi sopratutto alla parte della nota vaticana in cui si fa chiaro riferimento alla paura che il decreto possa comportare rischi di natura giudiziaria.

Sulla stessa lunghezza d’onda anche il vicepresidente dei senatori dem, Franco Mirabelli, che apre al confronto e al dialogo

Netta invece la posizione del Movimento 5 stelle, verso quella che definisce un’ ingerenza inaccettabile da parte della Chiesa. Queste le parole del presidente della commissione Giustizia della Camera, Mario Perantoni, «È un passo incredibile, siamo sconcertati. Il Vaticano dovrebbe sostenere una legge che ha per presupposto la libertà di amare e che punisca chi istiga all’odio e alla violenza»  e aggiunge: «in ogni caso si tratta di una ingerenza inaccettabile in uno Stato laico».

Matteo Salvini, leader della Lega e da sempre contrario alla legge Zan, spera che l’apertura al dialogo di Letta sia reale e che si apra un tavolo di confronto.

Opinioni sfavorevoli sul Ddl Zan arrivano anche da Forza Italia, in particolare  la vicepresidente dei senatori azzurri, Licia Ronzulli, ha affermato: «E’ stato evidente sin dall’inizio che la legge Zan era un testo divisivo, a tratti provocatorio, che avrebbe – come ha fatto – diviso l’opinione pubblica oltre che la maggioranza che sostiene il governo. Proprio per questo motivo e per superare le criticità, evidenziate anche da numerosi giuristi e costituzionalisti, il centrodestra ha presentato un nuovo testo a mia prima firma. Enrico Letta oggi si dice finalmente disponibile a rivedere alcuni nodi del ddl Zan e fa dietro front rispetto all’idea di forzare l’iter parlamentare per approvarlo così com’è: è un passo in avanti, purtroppo tardivo e obbligato. Mi auguro che finalmente si ammainino le bandierine ideologiche e si lavori per approvare una buona legge che contrasti le discriminazioni senza minare la libertà di espressione».