La Dad, acronimo per didattica a distanza, nel corso di questo anno e mezzo di pandemia ha fatto sicuramente discutere di sé. Risultato della situazione straordinaria che stiamo tutt’ora vivendo, è una soluzione che comporta molti vantaggi in termini di sicurezza ma che è, allo stesso tempo, di certo poco apprezzata da molti in termini di apprendimento.
Dad: non cambiano gli strumenti di apprendimento
Per 9 studenti su 10 delle scuole superiori la didattica a distanza dell’ultimo anno scolastico non ha offerto cambiamenti e innovazioni rispetto alla didattica in presenza. Le lezioni in video, le verifiche ed i compiti a casa sono le principali attività proposte dai docenti, senza particolari differenziazioni tra una materia e l’altra.
Per ben 2 studenti su 3 i voti, rispetto alla didattica in presenza non sono cambiati. Eppure, solo il 57% degli studenti ritiene di aver imparato come a scuola. Percentuale che, per coloro che non hanno particolare fiducia nei loro mezzi, diminuisce ancora. Il 46% di coloro che non hanno fiducia nella proprie capacità di apprendimento crede di non aver imparato allo stesso modo.
Questi sono i risultati della ricerca intitolata “La Dad alle scuole superiori nell’anno scolastico 2020-21: una fotografia. Il punto di vista di studenti, docenti e dirigenti“. Tale ricerca è realizzata dalla fondazione Agnelli, insieme al centro di studi Crenos e al dipartimento di scienze economiche e aziendali dell’Università di Cagliari.
Andrea Gavosto, direttore della fondazione Agnelli, ha commentato: “nella pratica quotidiana della Dad non c’è stato alcun significativo cambiamento metodologico rispetto a prima della pandemia. Quasi tutte le scuole superiori italiane hanno riproposto online e in sincrono la tradizionale didattica basata sulla lezione frontale, compiti a casa e verifiche, senza un ripensamento dei tempi e degli strumenti, che tenesse conto della differenza di fare scuola in classe o a distanza“.
La rilevazione riguarda un campione di 123 scuole secondarie di II grado, statali e paritarie, in tutta la penisola. Conta, quindi, la risposta di 105 dirigenti scolastici, 3.905 docenti e 11.154 studenti.