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Cubo di Rubik: curiosità sul rompicapo più famoso al mondo

Chi non conosce il Cubo di Rubik. Questo celebre puzzle tridimensionale fu inventato dal professore ungherese Ernő Rubik nel 1974.

Quest’ultimo lavorava al Dipartimento di Architettura d’Interni di Budapest, quando pensò di creare un cubo didattico con lo scopo di far comprendere meglio ai suoi alunni il concetto multidimensionalità.

L’originale cubo non era come lo conosciamo noi oggi. Infatti, alla vendita si applicarono alcune modifiche: il materiale cambiò in plastica e al “gioco” venne dato il nome dell’inventore. In poco tempo il cubo di Rubik si diffuse e i guadagni arrivarono presto: 200 milioni di pezzi venduti nel periodo ‘80-‘83.

MA COS’È IL CUBO DI RUBIK?

Il modello standard del cubo possiede esternamente nove quadrati per faccia. Si può considerare risolto solo quando ogni superficie ha quadrati tinta unita. All’interno vi sono 26 cubetti divisi in sei superfici centrali, ha uno scheletro strutturale (con movimento nei tre assi) e 20 pezzi mobili (angoli tricolore, bordi bicolore), con incastri nascosti.

CURIOSITÀ SUL CUBO DI RUBIK

Pochi sanno la vera origine del cubo di Rubik. Infatti esistono numerosi brevetti che precedettero la creazione del famoso gioco che noi tutti conosciamo oggi. Di questi brevetti ricordiamo i progetti dello statunitense Larry D. Nichols, il quale si basava su un principio d’unione magnetico, e  il progetto di Frank Fox dove la forma dell’oggetto era sferica.

Rubik all’inizio non si accorse di aver creato un complesso rompicapo finché non mescolò le facce. Questo inizialmente divenne utile per la soluzione problemi statistico-teorici. Inoltre, all’inizio la colorazione era unica e il materiale scelto era il legno.

La commercializzazione del cubo di Rubik iniziò nel 1977 e portò il gioco alla conoscenza pubblica, facendo sottoscrivere a Ernő diversi contratti con uomini d’affari. Nel 1980 vinse il premio come “Miglior gioco dell’anno” in stati quali Germania, Regno Unito, Francia e USA.

Nacquero ovviamente imitazioni. Ricordiamo quelle brevettate nel 2003 dall’inventore Panagiotis Verdes, dal 2008 sugli scaffali con il nome “V-cube” in dimensioni variabili da 6 a 11. Altre versioni, con differenti forme poliedriche: Pocket Cube (2×2), Rubik’s Revenge (4×4), Professor’s Cube (5×5), Clock (circolare con orologi), Megaminx (dodecaedro a facce pentagonali), Pyraminx (piramide), Square 1/Skewb (forma originale ma con sezioni irregolari), un esemplare 17×17 (stampato in 3D dall’olandese Oskar van Deventer).

Il cubo di Rubik divenne una vera e propria moda arrivando ad apparire anche nei cartoni animati televisivi, sui giornali e nelle esposizioni museali. Dopo un boom di vendite seguì un brusco calo, ma il Cubo di Rubik tornò in auge nei primi anni del 2000. Questo grazie ad Internet e alla condivisione video.