2019: torna il calcio

Con l'arrivo dell'anno nuovo si spera che allo spettacolo dei campi di calcio si aggiungano comportamenti finalmente civili dal pubblico sugli spalti e da tutti gli addetti al lavoro.

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Ma sono passati appena 14 giorni dall’ultima partita di campionato..? No risponde il calciofilo dipendente, è passato un anno e tale è sembrato a chi vive del rettangolo verde e riempe le giornate di partite oppure ripone le proprie speranze, di racimolare un po di “grana”, nelle scommesse al betting. Speranze, che a dire il vero, sono quasi sempre mal riposte ma tant’è che seppure ci si rassegna a perdere, non ci si rassegna a sperare di vincere. Dunque, eccoli i nostri eroi che vivono in un mondo a parte, ubriachi di mete caraibiche o saziati dell’aria di casa loro (paesi o città d’origine), ritornare ai sudati campi da gioco e rimettere in moto la giostra riavviando il carrozzone delle discussioni non solo tecniche, anzi quasi mai tecniche ma economiche, politiche, sociali e ambientali. Economiche, perchè il calcio di oggi, checchè ne dica qualche falso romantico, muove quasi interessi dalle dimensioni del debito pubblico italiano in un lustro di tempo (5 anni) e coloro che fatturano di più hanno più voce in capitolo. Pertanto si, il danaro spesso dirige le partite e, “udite udite”, segna anche i gol. Politiche, perchè sono ormai famose le pretese di alcune “tifoserie?” di essere contrassegnati con simboli, anche molto estremi, di movimenti del novecento che si ergevano a giudici dell’umanità, di destra e di sinistra (o di sinistra e destra per “par condicio). Sociale, perchè se tutto ciò accade sarebbe il tempo di interrogarsi, per capire dove stiamo sbagliando e come mai teneri padri di famiglia che hanno famiglia e un lavoro decente, vanno allo stadio con mazze e coltelli per fare la guerra come gli ultimi dei “mohicani” e come mai giovani virgulti sentano di essere delle divinità greche quando urlano contro Anna Frank. Infine ambientali, perchè il calcio mette a nudo con lucidità e trasparenza i limiti delle istituzioni, degli organi dell’informazione, della scuola e della famiglia nell’offrire un ambiente adatto alle nuove leve affinchè crescano nel rispetto degli altri, dei diversi e non per questo nemici. Tornando al calcio giocato, la coppa Italia ha fatto da prologo all’inizio del girone di ritorno della serie A che si spera dia più spunti di cronaca agonistica che di cronaca fuori dal campo. La rincorsa alla Juventus imbottita di campioni sembra avere fondamento solo per la matematica ed è una questione di tempo affinchè pure i numeri si arrendano allo strapotere bianconero, intanto ci accontenteremo di seguire la corsa ai piazzamenti Champions ed Europa League oltre che la lotta per la salvezza. La domanda è: ci basterà per divertirci davvero? La risposta è obbligatoria: dovremo farcelo bastare.