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Crisi Afgana:la reazione della politica italiana al ritiro delle truppe

La crisi afgana apre le porte a molteplici scenari politici, non solo in campo internazionale ma anche in ambito nazionale.

All’ alba del ritiro del personale militare e civile dal territorio afgano gli esponenti politici italiani sono in fermento. Si attende nei prossimi giorni anche un’ interrogazione parlamentare. Non é escluso, inoltre, che i ministri degli Esteri e della Difesa, Di Maio e Guerini, svolgano la loro informativa all’ interno delle commissioni.

La reazione alla decisione di ritirare il contingente internazionale dall’Afghanistan, da parte dei partiti nazionali, è tutt’altro che positiva.

Parole dure arrivano un pó da ogni versante politico, un’ anime il pensiero che la crisi afgana non andasse gestita così.

Si passa da dichiarazioni estreme, come quella di Marco Frollini, che teme la fine della Nato dopo quanto accaduto, alle forti rimostranze di Salvini e Meloni che accusano l’Italia e l’Europa di aver abbandonato donne e bambini nelle mani dei tagliagola islamici, dopo anno di battaglia. Secondo il presidente di Fratelli d’Italia la gestione del dossier Afghanistan è stata: ” disastrosa da parte dell’ amministrazione democratica Baiden. I talebani riprendono con estrema facilità Kabul e l’intera  Nazione afgana, entrando anche in possesso di armi e mezzi occidentali. Gli alleati locali dell’Occidente abbandonati al loro destino. Una figuraccia per tutto l’Occidente che fomenterà gli integralisti e che avrà ripercussionianche per la nostra sicurezza. Peggio di così non poteva andare”.

Matteo Renzi cita addiritturail compianto Gino Strada, scomparso pochi giorni fa, e afferma : ” Rispetto ma non condivido la posizione di Biden, in linea con Trump che per primo  voleva l’accordo con i talebani. Con loro è impossibile.” Su Strada continua dicendo che : ” a differenza di Gino penso ci siano casi in cui l’intervento armato è necessario”.

Continua poi sulla posizione che la nostra nazione può avere per prevenire eventuali attacchi terroristici e ripercussioni sull’ intero Occidente: ” Tra due mesi Roma ospita il G20 con la presidenza autorevole di Draghi. Accanto alla pandemia, all’ambiente e alla ripresa economica bisogna riaprire il dossier terrorismo internazionale. Il rischio è che da Kabul a Maputo gli estremisti rialzino la testa. Serve una coalizione internazionale che faccia tesoro degli errori di questi anni ma non lasci terreno ai taglia gole”.

Nelle ultime ore, vista la crisi afgana, il ministro Luigi Di Maio, sta seguendo insieme alla Farnesina tutte le operazioni necessarie per garantire il rientro in patria dei nostri connazionali. Nel frattempoil ministro della Difesa Guerini fa sapere che: ” C’è un impegno massimo per trasportare in Italia chi ha collaborato con noi. Credo sia un dovere morale prima ancora che politico e dovrà essere davvero fattivo e importante, portato al massimo livello”.