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Coronavirus, in India torna il namastè

A causa della diffusione del Coronavirus i diversi stati del mondo stanno mettendo in atto delle misure preventive. In India la propagazione del virus ha portato alla ripresa di una pratica antica, tipica della tradizione indiana : il namastè.

  1. Il namastè è un saluto utilizzato in India, Nepal e in molte regioni asiatiche. Letteralmente significa “mi inchino a te”, viene usato sia per salutarsi che per congedarsi. Il saluto viene accompagnato dal gesto di unire i palmi delle mani portandoli all’altezza del petto, del mento o della fronte con un leggero inchino del capo.

In India il saluto è presente anche nello yoga, assieme alla variante namaskar, che viene usata per esprimere deferenza.

La parola namastè deriva dal sanscrito “namas”, inchinarsi e “te”, a te. Ad essa sono stati associati molteplici significati, tra i più noti abbiamo : mi inchino a te o mi inchino alle qualità divine che sono in te.

Il namastè non prevede il contatto diretto tra persone e va a sostituire la comune stretta di mano.

Ad incoraggiare l’uso del saluto tradizionale indiano è l’attore Anupam Kher, noto per aver recitato nel film Bollywood. L’artista si è rivolto direttamente ai cittadini indiani tramite un video pubblicato su Twitter, nel quale ha affermato : “E’ igienico, amichevole e focalizza le tue energie: Provalo”.

Nel giro di poche ore il video è stato ampiamente condiviso in tutto lo stato, a sostenerne la diffusione è Gaurav Sawant, il celebre giornalista del canale India Today Tv.

Assistiamo ad un momento nel quale da un’emergenza sanitaria è possibile riprendere usi e costumi caduti in disuso, i quali hanno il valore di limitare la diffusione del virus e di essere elementi caratteristici della cultura di un paese.