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Coppa Italia, la finale più importante: squadre sugli scudi

La Coppa Italia ripropone Juventus – Napoli. Una partita che vale molto di più degli altri anni, delle altre finali. Le squadre sono già sugli scudi ma c’è molto di più oltre alla coppa.

Coppa Italia, è la finale che vale più delle altre: le squadre sono sugli scudi

Juventus – Napoli è il match dell’anno. Poteva anche avere protagoniste differenti, la sostanza non sarebbe cambiata. La finale di Coppa Italia quest’anno ha un sapore unico ed inimitabile. C’è molto di più del mero trofeo di metallo, dentro quella coppa quest’anno batte il cuore della ripartenza. E’ vero che, con tutta probabilità, questa competizione, come il campionato, avrebbe dovuto gettare l’ancora. Fermarsi, perché sportivamente è una sconfitta, ma è stato tutto intriso di un significato più profondo.

Il minuto di silenzio ad inizio delle due semifinali: l’omaggio a chi è scomparso, a chi se ne andrà nelle prossime ore. Il silenzio dedicato all’Italia che piange e strepita, siamo ancora agonizzanti e non riusciamo bene ad alzarci. Pian piano si torna alla normalità, anche se il calcio avrebbe potuto farne a meno. Dunque questa finale è la finale. Il centro nevralgico di quest’idea che per tornare alla normalità serva anche lo sport. Poi però c’è la tecnica, l’atleticità e la fame di vincere.

Dietro le due semifinali: poco spettacolo e molti errori

Si potrebbe cominciare dai tocchi, molti, sbagliati dai giocatori della Juventus. Dalle entrate scomposte, quasi mai sul pallone, dei giocatori del Milan. Dalla papera di Ospina, o il rigore sbagliato di Ronaldo, dalle amnesie difensive dell’Inter che fa confusione a trovare una quadra. Tiri deboli, imprecisi e sbilenchi. Le semifinali hanno dato l’impressione di guardare il calcio d’agosto. Dopo i ritiri, o durante, che ritualmente si svolgono tra luglio ed agosto. Quest’anno ci sarebbe stato l’Europeo, inevitabilmente sarebbe tutto un po’ slittato ma così abbiamo perso ritmo ed il calcio ad alti livelli è un ricordo.

Fa specie vedere grandi professionisti, atleti di primo livello, boccheggiare al 70esimo. Tantissimi i cambi operati dalle due squadre, moltissime anche le incomprensioni tattiche.  Insomma è un calcio non al 100% che ci potrebbe far pensare che questa finale valga meno. Probabilmente è così, sportivamente. La Juventus è il solito carrarmato che vuole domare il gioco e dovrà stare attenta alle ripartenze del Napoli. La nuova identità tattica voluta da Rino Gattuso potrebbe essere il grimaldello giusto per scardinare la cassaforte bianconera. Fisicità, difesa e ripartenza: ecco come vuole giocarla il Napoli e lo abbiamo visto in diverse occasioni quest’anno.

La finale dell’armonia, la potremmo chiamare. Acerrimi avversari uniti per un’unica causa. Forse, per la prima volta nella storia di una finale dal dopoguerra ad oggi, non conta davvero più chi vince. L’importante è esserci.