Dal 3 maggio partiranno i concorsi scuola già banditi, interrotti a causa della pandemia.
Con il decreto legge n.44/2021 sono state decise le nuove regole che permetteranno così lo sblocco dei concorsi già banditi ma interrotti durante la pandemia. Nuove regole quindi grazie al nuovo Protocollo validato dal Cts, della digitalizzazione e della semplificazione.
I concorsi metteranno a disposizione ben 91.000 posti nella scuola, messi a disposizione dal Dipartimento della Funzione Pubblica.
I concorsi già banditi sono:
- concorso ordinario secondaria primo e secondo grado, 33.000 posti disponibili;
- concorso ordinario per infanzia e primaria 12.861 posti disponibili;
- VI ciclo TFA sostegno, 6.191 posti disponibili.
Poi ci sono concorsi che aspettano di essere banditi :
- concorso IRC
- concorso Dirigente Tecnico
Non mancano polemiche circa il caos creatosi in merito alla modalità delle prove: Il Movimento 5 Stelle si dichiara strenuo difensore delle procedure ordinarie mentre la Lega e il Pd spingono per un concorso di titoli e servizi (una modalità stabilita dal nuovo decreto). Sulla questione interviene Pino Turi, segretario generale Uil Scuola, che critica la posizione del Movimento 5 Stelle:
“È veramente singolare vedere come una forza politica si faccia interprete delle preoccupazioni dei candidati ai concorsi, che il ministro Brunetta, a giusta ragione, ha cambiato per dare le risposte di interesse pubblico e non privato in base ad un accorso con il sindacato. Il ministro Brunetta ha il coraggio di invertire la narrazione e dice in chiaro che una nuova prova preselettiva a crocette che ammette ad un concorso che magari dura anni, nella maggior parte delle volte è completamente stravolto dalla magistratura ed è un errore che bisogna cambiare.
Il merito è ben altra cosa. Avere un curriculum, fatto di titoli certificati e di esperienze lavorative, non è di per sé prova di merito? O è merito superare quiz a crocette che lasciano il tempo che trovano?”
Secondo Turi bisogna dunque guardare al – “precariato che non è limitato ad un solo anno di servizio ma a decenni. Intere generazioni in attesa, magari quelle stesse che si stanno laureando e che pretendono anche legittimamente, di prenotare un posto nella scuola, senza voler attendere nel turn over che ci sarà nei prossimi anni.”
“Così facendo si lascia in colpevole attesa, sia chi aspira ad un posto, sia chi lo sta già svolgendo con un regolare contratto a tempo”- poi continua dicendo” nessuno ci potrà mai convincere che un docente che cambia scuole e classe tutti gli anni per sopperire alla mancanza di reclutamento stabile sia giustificabile e sia tollerabile.”
” …ciò che serve è una programmazione sul reclutamento in base al turn over e sulla base della realtà. Guardare alla realtà significa superare le posizioni pregiudiziali ed ideologiche.”