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Come mai ci sentiamo osservati? Lo spiega l’effetto spotlight

Come mai spesso ci sentiamo osservati o al centro dell’attenzione? Questo fenomeno è spiegato dal cosiddetto effetto spotlight, o effetto riflettore. Questo effetto riguarda una tendenza a sovrastimare la quantità di attenzione ricevuta da altre persone, rispetto al proprio aspetto fisico o al proprio comportamento.

Effetto spotlight o riflettore

Questa tendenza a sopravvalutare l’attenzione di cui siamo oggetto, nella convinzione che le altre persone ci osservino, viene individuata da Brown e Stopa nel 2007.

La letteratura psicologica è ricca di studi che riguardano questo fenomeno, soprattutto in relazione all’abbigliamento.

Gilovich chiese ai soggetti del suo studio di indossare dei vestiti che reputavano “imbarazzanti”. I soggetti in questione, ritenevano che il 50% delle persone avrebbe notato il nuovo abbigliamento, in realtà solo il 23% se ne rese conto.

Lawson portò avanti uno studio con degli studenti universitari, chiedendo loro di usare una felpa con un logo. Il ricercatore avanzo questa richiesta, per rendere noto che solamente il 10% dei compagni di classe ricordava il logo originale, mentre gli altri non notarono il cambio di felpa.

Illusione della trasparenza, realismo ingenuo e pregiudizio di sé

L’effetto riflettore si collega alla cosiddetta illusione della trasparenza, secondo cui mostriamo le nostre emozioni agli altri in modo più chiaro di quanto realmente appaia. Ciò si collega anche al realismo ingenuo e al pregiudizio di sé come obiettivo sociale, ovvero il credere che certi eventi si verifichino perché rivolti al soggetto interessato.

In particolare, il realismo ingenuo parte dall’idea che il proprio il punto di vista sia corretto nell’osservazione del mondo, mentre la prospettiva di altre persone, se diversa dalla propria, sia scorretta.

Effetto spotlight e ansia sociale

L’effetto spotlight, o riflettore, si riscontra molto spesso in soggetti che presentano ansia sociale; dato che si preoccupano di una valutazione negativa da parte di chi li osserva. Studiosi come Clark e Wells, Brown e Stope hanno trovato che come la convinzione di essere sottoposti continuamente allo sguardo indagatore del prossimo conduca la persona in un vero e proprio circolo vizioso ansioso; dove la percezione dell’attenzione su di sé innesca dei meccanismi usati per definire i pensieri dei presunti osservatori.

Stando alla definizione fornita dal Merriam-Webster Online Dictionary, l’ansia è uno stato di nervosismo o disagio per un male immediato o anticipato. il termine ansioso è indicato come grave inquietudine mentale, o la paura di qualcosa in determinate situazioni.

La sensazione di essere osservati, una situazione che tutti abbiamo vissuto almeno una volta. Tale reazione è spiegata dall’effetto riflettore, la nostra percezione alterata dell’attenzione che gli altri ci riservano.