Mangiare pesce, riuniti tutti intorno alla tavola con gli affetti più cari è sicuramente il must per il cenone della Vigilia di Natale, ma com’è cambiata la tradizione negli anni per questa frenetica giornata? Scopriamolo insieme.
Mangiare pesce o di magra, ma perchè?
Questa tradizione, un pò come quella pasquale del Venerdì Santo, è legata alla cultura del roispetto delle generazioni passate nei confronti di Gesù.
Che fosse la sua imminente nascita o la sua recente dipartita per i cristiani del secolo scorso era impensabile non mostrare rispetto.
Da qui la decisione per il 24 Dicembre di scegliere un menu leggero, a base di pesce, meno costoso ai tempi e sicuramente meno calorico.
Carne quindi bandita e al suo posto entra in scena il pesce.
Non un pesce qualunque sia chiaro, la tradizione porta infatti sulle nostre tavole, non solo su quelle partenopee, baccalà anguilla e capitone.
Il primo perchè ai tempi molto economi e sopratutto molto versattile nelle preparazioni, da fritto, in pastella o anche lesso.
Capitone e anguilla invece avevano e hanno un forte valore simbolico.
Anticamente,infatti, si credeva che l’anguilla fosse il pesce serpente e che per la sua somiglianza col serpente fosse simbolo del demonio e quindi mangiarla nella festa sacra per eccellenza era un modo scaramantico per allontanare il male.
Nelle zone rurali poi i dolci erano tutti preparati con frutta secca, come mandorle nocciole, consideranti portatitrici di abbondanza e quindi ben auguranti per il futuro.
Menù della Viglilia: come è cambiata la tradizione
Oggi le nostre tavole si sono molto arricchite. Una tendenza che comincia a mostrarsi nell’epoca del grandeboom economico degli anni ’50 e ’60.
La tradizione per quanto cambiata resta sul pesce ma sono aumentate nettamente le portate, vediamo alcune tappe di questo cambiamento.
Negli anni ’50 all’immancabile fritella di baccalà e al capitone si è aggiunto qualche altro tipo di pesce.
Mentre negli anni ’70 e ’80 vediamo l’ingresso nel menù della vigilia degli antipasti dal più classico cocktail di gamberi ai più moderni canapè con spume di tonno.
In generale negli ultimi anni laa tradizione è cambiata anche nel modo di festeggiare, infatti in molti a causa di impegni lavorativi e stili di vita sembre più frenetici in tanta scelgono di passare la vigilia di Natale in trattoria o al ristorante.
E’ cambiata la tradizione certo, ma per coloro che hanno ancora la possibilità di cucinare in casa per le festività natalizie spesso la decisione è ancora quella di seguire la tradizione della propria regione. Le ricette per il cenone tradizionale del 24 dicembre, rimangono spesso quasi tutte a base di pesce: oltre all’anguilla e al baccalà, anche salmone, crostacei, gamberi e gamberoni per paste o risotti, gratin, pesci al forno…. gli ingredienti sono questi ma le lavorazioni sono svariate. C’è poi chi non può non mettere a tavola il fritto, c’è chi osa i finger food.