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lunedì, 29 Maggio 2023

Claudio Lotito, sei tutti loro

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Alberto Russo
Alberto Russo
Collaboratore XXI Secolo. Laurea in Scienze Politiche e un sogno nel cassetto. Calciofilo romantico, ritiene che il giornalismo debba consistere nella capacità di andarsi a prendere le notizie direttamente nelle loro “case”, raccontando la realtà senza filtri né paure. Tra le sue passioni la giustizia, il cinema e la poesia, legge fin troppo perché crede sia il miglior modo per capire il mondo.

L’intercettazione, come recita il codice di procedura penale italiano, è un mezzo di ricerca della prova tipico, che serve a stanare le prime tracce di reato, quelle che una registrazione ambientale piuttosto che un pedinamento faticherebbero a rendere fruibile per l’accusa nell’immediato. Ecco ci troviamo in un settore e in un mondo che con lo sport fino al decennio scorso e più nessuno avrebbe trovato la minima congiuntura.

Calciopoli e scandalo scommesse a parte, la giustizia si è ritrovata sovrana anche nel mondo del calcio nostrano, quindi non fa quasi più scalpore l’arresto di un calciatore o peggio l’inibizione indeterminata di un presidente. Il calcio è paese, l’Italia è il calcio, in tutta la stagnazione in cui versa il paese si fatica a trovare una minima fessura d’ossigeno e chi la dovrebbe dare si guarda dall’essere disponibile a ripulire gli ambienti malsani.

C’è una telefonata tra un dirigente di una squadra campana l’Ischia, compagine che milita nella neonata LegaPro “macallesca” e Claudio Lotito presidente sui generis ed affetto da latinismo acuto oltre che da poligamia sportiva dato che ha sposato ben due squadre di calcio a distanza di poche serie. Il vertice ischitano è Pino Iodice che registra la telefonata e la trasmette subito a diverse testate giornalistiche, nella telefonata Lotito, che per chi non lo sapesse è stato “grande elettore” di Carlo Tavecchio, manco fosse un big seven, risiede attualmente anche sulla poltrona di consigliere federale, bene il presidente della Lazio ne ha per tutti e in pochi minuti distrugge le personalità di vertici calcistici già eletti come Macalli e Beretta, poiché a suo dire i presidenti rispettivamente  di Legapro e Lega Serie A contano meno di zero.

Poi Lotito fa sua la causa dei milioni da versare nelle casse delle società per i diritti televisivi, una crociata insomma dato che in Serie A si combatte per differenze di milioni da quando la paytv era in scatola. Il Carpi che attualmente è in testa al campionato di serie B è il bersaglio scelto: “Ho detto ad Abodi: se me porti su il Carpi, se me porti squadre che non valgono un c… noi tra due o tre anni non c’abbiamo più una lira. Se c’abbiamo Frosinone, Latina, chi li compra i diritti?..” Che poi campanilismo a parte ben vengano realtà simili con buona pace di alcuni consiglieri, gli stadi li pagano i tifosi mica le tv.

E ora? Che figura ci facciamo con il resto del mondo? L’opinione pubblica ha cominciato a fare a pezzi un sistema istituzionale pallonaro per la verità coi lividi e le ossa rotte da un pezzo, si chiede la testa di Lotito (e per la verità non è un bel momento), e gli altri? Il problema è che c’è omertà ma si nasconde una verità dietro certe dichiarazioni che accomuna tanti calciofili, in questo calcio non si premiano le realtà da libro cuore, le piccole compagini del “tirare avanti” arretrano e al massimo si ritirano, Claudio Lotito non ce ne voglia ma forse nella rassegnazione ci capiterà anche di dargli ragione.

 

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