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Cina, lo scienziato Jiankui rischia la pena di morte

He Jiankui, lo scienziato cinese che lo scorso novembre aveva annunciato di aver contribuito alla nascita di due gemelline dal DNA geneticamente modificato, ora rischia la pena di morte.

Lo riferisce il quotidiano The Telegraph, stando alle dichiarazioni fatte da Robin Lovell-Badge, genetista del Francis CricK Institute di Londra ed organizzatore del forum internazionale di Hong Kong, durante il quale il ricercatore aveva presentato la sua sperimentazione.

Le sue attività di ricerca sono state sospese e Pechino ha lanciato un’indagine: secondo alcuni colleghi del Regno Unito, He potrebbe essere accusato dalle autorità di abuso d’ufficio e corruzione, incriminazione che in Cina è punita con la pena di morte.

In base a quanto riportato precedentemente dal quotidiano The Guardian, il governo cinese aveva dichiarato che He Jiankui avrebbe violato palesemente le leggi e i regolamenti del proprio paese, trovandosi così in stato di fermo.

Ma la situazione, in realtà, appare ben più grave.

In seguito all’annuncio della sua ricerca, è noto il putiferio sorto all’interno della comunità scientifica: secondo alcuni esperti, “giocare a fare Dio”, modificando geneticamente i bambini prima della nascita, non risultava solamente illegale nella maggior parte degli stati, ma costituiva un vero e proprio crimine. Inoltre, era considerato inconcepibile portare avanti il progetto, pur sapendo che le linee guida proibivano la sperimentazione su embrioni umani.

Intanto, da dicembre lo scienziato si trova confinato in un appartamento governativo a Shenzhen, soggetto ad una forma di arresti domiciliari. Sarà poi il processo a stabilire gli sviluppi e le conclusioni di questa complicata vicenda.