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César Manrique: alla scoperta degli artisti

Alla scoperta di César Manrique. In un momento storico in cui il ruolo dell’essere umano all’interno della società più che mai si qualifica come ibrido, e si posiziona in un ‘luogo’ in cui arte, scienza, professione e ideologia sembrano volersi allineare sempre più, riscoprire personalità che nel tempo hanno saputo cogliere e restituire l’esigenza dell’espressione – e in qualche modo la ricerca dell’essenza – è quasi un dovere verso la propria consapevolezza.

Nacque nel 1919 ad Arrecife, nella capitale dell’isola di Lanzarote nell’arcipelago delle Canarie, César Manrique, un artista poliedrico “pittore, scultore, architetto, ecologista, conservatore del patrimonio artistico, disegnatore urbanistico e paesaggistico”.

La sua politica, manifestata attraverso l’arte e attraverso i suoi progetti, fu quella di incentivare lo sviluppo del turismo, senza però andare a deturpare il paesaggio, come stava accadendo in altre parti del paese e del mondo, attraverso costruzioni che non sarebbero state in tono con la natura vulcanica dell’isola.

L’artista fu anche fondatore di un nuovo pensiero estetico “Arte-Natura/Natura-Arte”, che vede al centro un concetto di arte totale, in cui manifestazioni artistiche del mondo della pittura, della scultura, dei murales e dell’architettura, vengono inseriti in spazi selezionati della natura, che l’artista in qualche modo asseconda, accompagna e valorizza attraverso il suo intervento.

Significa utilizzare le proprie abilità e i materiali a propria disposizione, per creare opere che siano sempre in perfetta sintonia con l’ambiente circostante, rispettando la natura, che viene in questo modo messa al centro di un quadro, come se tutto ciò che prima era stato solo una visione, fosse già stato in realtà parte di quel determinato habitat.

È il modo in sui si manifesta l’arte, per citare un altro suo rappresentante questa volta italiano, “ho visto un angelo nel marmo e ho scolpito fino a liberarlo” (Michelangelo Buonarroti).

Un esempio sicuramente insolito espressione di questa “politica artistica” Jameos dell’Agua, che attualmente è la sede della Fondazione César Manrique.

“Per me, era il luogo più bello della Terra. E mi resi conto che, se fossero stati capaci di vederlo attraverso i miei occhi, allora l’avrebbero pensata come me”.

 

 

 

Gilda Caccavale
Gilda Caccavale
1996 - Laureata e specializzanda in scienze politiche. Da sempre appassionata di scrittura nella sua potenzialità di condividere e trasferire sottili intuizioni e prospettive, o irripetibili combinazioni dell'essere. Fermare la "visione" significa assistere l'evoluzione, e m'illumina d'immenso!