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Castellacci (Lamica): “Protocollo non condiviso con i medici”

Enrico Castellacci, presidente della Libera Associazione Medici Italiani del Calcio (Lamica) e storico medico della nazionale italiana di calcio, lancia l’allarme. In un’intervista esclusiva al quotidiano Sport-lab si dice scettico sul protocollo.

Castellacci (Lamica): “Protocollo non condiviso con i medici del calcio”

Una spaccatura grave. Un problema di protocollo, l’ennesimo, e di condivisione. Difficile in questo momento dire cosa sia giusto e cosa sia sbagliato, visto che anche gli scienziati sono spesso in disaccordo. Fatto sta che la ripresa degli allenamenti è vicina, e che le squadre di Serie A torneranno ad allenarsi.  Su tutto questo, attraverso le colonne di Sport-lab, ha tuonato il presidente della Libera Associazione Medici Italiani del Calcio (la Lamica).

Il presidente spiega che il fatto di non essere stati interpellati dalla Federcalcio è di per sé un fatto anomalo. Aggiunge poi: “Avremmo potuto dare e potremmo sicuramente dare un contributo importante – si legge su Sport-lab -. Chiediamo solo che sia ascoltata la voce del medico del calcio, ormai una figura classica nei club. Mi auguro che le istituzioni federali si rendano conto che sia stato un errore, ma c’è sempre tempo per cambiare idea. Noi siamo sempre pronti a dare il nostro contributo”.

L’ex medico della nazionale di calcio italiana, storicamente con il gruppo per 14 anni dal 2004 al 2018 e campione del Mondo nel 2006, ha parlato nello specifico dei protocolli di sicurezza. Prevenire il contagio che potrebbe coinvolgere i calciatori che si allenano: “I punti oscuri dei protocolli vanno chiariti. La Federcalcio ha detto che li avrebbe ripresi.

Nel protocollo si dice che qualora si dovesse trovare un giocatore positivo al Covid-19 l’atleta sarebbe messo in quarantena, gli altri invece sono limitati a dei semplici accertamenti, senza quarantena. Questo contrasterebbe col Dpcm governativo.

Bisogna chiarire questo punto, prendendo spunto dal protocollo tedesco: in Germania si mette il giocatore in quarantena e si fanno più tamponi agli altri. Se sono tutti negativi si continua. Per fare questi ci vogliono grandi spazi, centri sportivi e nessuna contaminazione esterna per creare ambienti sterili. Tutto questo è difficile applicazione”.

Un parere sul campionato: “Difficile si riprenda”

L’intervista ad Enrico Castellacci mette in evidenza anche le sue esperienze con la nazionale. Un gran bel racconto di uno dei protagonisti che ha sempre lavorato sottotraccia, come un po’ accade nello sport in genere per medici e fisioterapisti. Castellacci ha uno sguardo attento anche sull’attualità e sul momento del calcio italiano che vuole ricominciare. Le indiscrezioni della stampa, in particolare La Repubblica, indicano che sarà probabile uno stop del campionato che verrà comunicato mercoledì (data scelta dalla Fifa come ultimatum alle Federazioni per comunicare la decisione finale).

“Difficile si riprenda”, dice Castellacci. “Questo è un periodo drammatico sotto vari punti di vista. C’è voglia da parte della Federazione di vedere completato il campionato, anche per i problemi economici che comporterebbe un’eventuale interruzione. Questo, però, lo deciderà il governo”.

Probabilmente non ci sarebbero nemmeno i tempi tecnici per riprendere il campionato senza mettere in conto uno slittamento della prossima stagione. A questo punto, la storica e drammatica scelta, sembra quasi inevitabile.