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Caso Ornela: l’ingegnere che rifiuta lo stipendio fisso perché troppo misero

È polemica per il caso di Ornela Casassa, la giovane ha 28 anni, è un ingegnere edile che attualmente vive a Genova e il video girato in un locale nel centro storico della città, in cui denuncia di aver riufutato uno “stipendio da fame” di 750 euro al mese è diventato immediatamente virale.
Davvero vi sorprendete che i giovani siano sottopagati? (Afferma convinta e infastidita) Infondo, nel video ho detto che la terra è tonda, mi colpisce il boom mediatico che ha suscitato”.

Nel filmato incriminato Ornela dice di aver ricevuto una proposta lavorativa da 750 euro al mese di averla rifiutata perché non ci riusciva nemmeno a pagare l’affitto o addirittura pagare le bollette con i rincari che ci sono oggi.

La proposta azzardata: Ornela spiega le motivazioni del suo rifiuto. “Al liceo ho deciso di iscrivermi a ingegneria edile. Una strada che ho proprio scelto con determinazione. Ho studiato all’Università di Genova e dopo la laurea, tre anni fa, ho svolto un tirocinio semestrale. Mi pagavano 600 euro netti al mese. Al termine del periodo, i datori di lavoro, soddisfatti, mi hanno proposto di restare, aprendo partita Iva e guadagnando 760 euro netti: uno schiaffo in faccia, una proposta ingiusta, insufficiente per pagare l’affitto. E ho detto no”. Ma, aggiunge, “è un no che mi sono potuta permettere. I miei genitori mi avrebbero rimesso un tetto sulla testa, se avessi perso l’affitto. Molti invece avrebbero dovuto accettare: se non ci fossero stati i miei, se avessi avuto un figlio, neanche io avrei detto no. Chi può permetterselo deve dire no, dobbiamo cominciare noi a costruire una diga”.

La Casassa, ingegnera, al termine di un tirocinio di sei mesi in uno studio ingegneristico è senza parole.

Non solo ha risposto di no, chiedendo e ottenendo una cifra minima ma almeno dignitosa, ma in un video diventato virale, diffuso dalla consigliera regionale Selena Candia, ha spiegato in modo semplicemente perfetto le ragioni di quella scelta.

Io a 27 anni devo vivere con 750 euro? Sono 900 euro con partita Iva, ho detto no, non mi ci pago l’affitto, io non ci vivo.

Se tu hai mamma e papà che ti possono mantenere, non ti cambiano niente i 900 euro a partita Iva, ma per me che sono tua coetanea, laureata tanto quanto te, assunta nello stesso periodo, ma vivo da sola da 3 anni, non bastano.

Non stiamo parlando di gente che non ti può pagare, è gente che sa che il sistema è così e quindi non ti paga.

Io ho detto no a quella cifra, non lo accetto, non solo perché non posso, ma perché non è giusto. E tu che ce la fai, tu che hai il privilegio di potercela fare, sei tu la prima persona che devi dire di no, perché se tu non dici di no da privilegiato, la persona che deve per forza accettare è sempre più costretta ad abbassare l’asticella.

Ecco cosa dovrebbe fare la sinistra, far capire che dobbiamo smettere di abbassare l’asticella”.

Non poteva dirlo meglio di così.

C’è solo da sperare che qualcuno la ascolti, almeno quello.