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Caso intercettazioni Apple, licenziati dipendenti

Apple chiede pubblicamente scusa agli utenti di Siri, il suo  programma di assistenza vocale, affermando di non essere stata in grado di rispettare per suddetto programma gli standard per la privacy. 

Le scuse sono state necessarie a seguito dell’esame condotto dalla Apple sulla scia di diverse indiscrezioni riportate dalla stampa, secondo le quali l’azienda avrebbe usato le registrazioni di Siri per migliorare il sistema di riconoscimento vocale.

Ciò è costato il posto ai 300 dipendenti assunti per verificare la presenza di errori nelle registrazioni di Siri, per i quali è scattato il licenziamento di massa immediato.

“Come risultato della nostra revisione abbiamo realizzato di non essere stati interamente all’altezza dei nostri alti ideali e per questo ci scusiamo”, queste le scuse dell’azienda, che chiude annunciando nuove pratiche per tutelare la privacy. 

Già a partire dal 2 agosto la società statunitense aveva sospeso il programma di grading, classificazione, che stava svolgendo, a seguito dell’accusa di aver ascoltato conversazioni private nel corso delle verifiche dei suoi dipendenti, tra le quali risultavano essere presenti informazioni mediche e coppie impegnate in rapporti sessuali.

Licenziamenti di massa ci sono stati nelle sedi europee.

Diverse centinaia di persone, le quali erano state assunte con il compito di verificare la presenza di errori nelle registrazioni di Siri, hanno perso il proprio posto di lavoro da un momento all’altro, come d’altronde riferisce anche il Guardian, che fu il primo a denunciare la violazione della privacy da parte di Apple, anche in quel caso per aver ascoltato conversazioni private registrate dall’assistente intelligente. I licenziamenti hanno riguardato 300 dipendenti solo nella struttura di Cork.

Emanuele Marino
Emanuele Marino
Giornalista pubblicista, nonché studente universitario iscritto alla facoltà di Lettere Moderne presso l'Università degli studi di Napoli Federico II