Un tempo, nelle realtà culturalmente arretrare di alcuni paesi dell’entroterra napoletano e casertano, si era soliti sostenere che la Camorra, nonostante gli omicidi, i soprusi e le angherie, proteggesse i più deboli e lottasse per il bene della comunità locale. A dire il vero questa convinzione persiste ancora in alcune menti, ma anno dopo anno le inchieste della magistratura e gli arresti compiuti dalle forze dell’ordine stanno dimostrando come tutto ciò faccia parte di un retaggio che non ha alcun fondamento.
L’ennesima prova arriva stamattina da alcuni comuni del comprensorio di Caserta. La Polizia di Stato, insieme dalla DDA di Napoli, ha eseguito 34 ordinanze cautelari nei confronti di persone ritenute affiliate al clan Belforte di Marcianise. Le indagini degli inquirenti hanno fatto luce su alcune estorsioni subite da imprenditori e commercianti nei comuni di Maddaloni, Cervino e Santa Maria a Vico. Tra i tanti ricatti spicca senz’altro quello compiuto ai danni di un’impresa edile aggiudicatrice dell’appalto per l’edificazione di una Chiesta dal valore di 2 milioni di euro, finanziata con il denaro dalla Conferenza Episcopale italiana. Neanche la Chiesa si salva dunque dall’opera “salvifica” della Camorra.
Ai 34 arrestati gli inquirenti hanno formulato anche altri capi d’accusa, tra cui associazione di stampo mafioso, estorsione, detenzione e spaccio di droga.