La carovana dei custodi dei semi è un movimento promosso da ventisei associazioni di contadini presenti in diversi paesi, radicati soprattutto in quelli più poveri, attraversano l’Europa per sostenere la difesa dei semi tradizionali.
Oggi i tre quarti dei semi utilizzati in agricoltura provengono dall’agroindustria, a ciò si accompagna la forte diminuzione della varietà genetica. Se prima erano ben 10mila specie vegetali a essere utilizzate per la produzione del cibo per gli uomini o per gli animali, oggi sono soltanto 150 colture a sfamare la maggior parte della popolazione mondiale. Di queste, 12 garantiscono oltre l’80% dei cibi di origine vegetale.
Il movimento, alla cui guida c’è l’ambientalista indiana Vandana Shiva, nasce dai contadini più poveri del pianeta per contrastare il monopolio dell’agroindustria e denuncia il genocidio delle tradizioni alimentari e culturali, sostenendo che questo ricco impoverimento delle biodiversità rende anche la popolazione più vulnerabile alle conseguenze del cambiamento climatico; quest’ultimo dovrebbe incentivare lo sviluppo della biodiversità, non il contrario. Al fianco di Vandana Shiva c’è anche Panagioti Sainatoudi, fondatore nel 1995 di Peliti, la più grande organizzazione europea per la raccolta, conservazione e distribuzione dei semi tradizionali che, ad oggi, ha distribuito oltre 2mila varietà di semi.
Una sentenza emessa il 12 Luglio 2012 dalla Corte di Giustizia Europea sancisce il divieto di commercializzare sementi di varietà tradizionale che non siano iscritte nel catalogo ufficiale europeo. All’interno di questo elenco compaiono soltanto varietà distinte, uniformi e stabili. Proprio per questo non c’è posto per le varietà locali che si differenziano e che sono il prodotto dei cambiamenti climatici.
Il 29 Aprile la carovana ha fatto tappa anche in Italia, a Firenze, dove come atto di disobbedienza civile, i semi sono stati scambiati invece di essere venduti.