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Campania: tesori nascosti, la Basilica di Sant’Angelo

Situata a Sant’Angelo in Formis, frazione della cittadina di Capua (CE), la Basilica è una preziosa testimonianza artistica di alcune popolazioni che, in antichità, hanno abitato il suolo campano.

L’etimologia della sua denominazione sembra derivare dal latino: si ritiene che “in formis” possa discendere dal termine latino forma (acquedotto), probabilmente per indicare la vicinanza di un condotto, o da “informis” (senza forma, spirituale).

Dedicata all’arcangelo Michele, fu costruita in epoca longobarda: i longobardi erano difatti noti per la loro venerazione nei confronti di San Michele Arcangelo.

Fu edificata, quasi interamente, al di sopra del tempio dedicato a Diana: i resti di quest’altra costruzione, di epoca romana, furono rivenuti nel 1877.

Del resto, il perimetro dei due edifici coincide, con la sola differenza che la Basilica presenta, in più, un’abside al termine di ogni navata che la costituisce.

Passando di proprietario in proprietario, la struttura finisce tre le mani del principe di Capua Riccardo: è in questo periodo che la Basilica di Sant’Angelo viene costruita così come la conosciamo.

L’abate Desiderio di Montecassino si occupa del rifacimento del complesso, lasciando intatti gli elementi di origine pagana.

La basilica minore gode di notevole prestigio soprattutto per la presenza, al suo interno, di un gran ciclo di affreschi, di scuola bizantino-campana.

Sulle pareti delle navate sono infatti presenti scene tratte dall’Antico e dal Nuovo Testamento e altre storie tratte dai più importanti documenti della religione cristiana, il cui splendore continua ad abbagliare turisti e visitatori provenienti da ogni parte del mondo.

Se vi trovate a passare nei paraggi, non perdete occasione per visitarla, non ve ne pentirete!