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Campania, settore del vino in crisi. Ecco le ragioni

Un altro settore risente pesantemente delle misure restrittive legate al contenimento del Covid-19. Le oltre 800 enoteche presenti in Campania, si sentono discriminate dalle decisioni contenute nell’ultimo Dpcm, in vigore dallo scorso 14 gennaio e valido fino al 5 marzo.

Campania Coldiretti, la protesta civile di Masiello

Il Presidente Coldiretti Gennarino Masiello, presidente Coldiretti Campania, così commenta l’atto del Premier: “La chiusura forzata alle 18 discrima le enoteche, dal momento che il vino può essere venduto nei negozi alimentari e supermercati anche dopo la suddetta ora”. In sostanza Masiello rivendica la parità di trattamento, onde evitare che un settore da primato in Italia possa precipitare.

Già nei mesi passati, con il blocco della ristorazione, il settore del vino è andato incontro ad una forte regressione. Ora il divieto di vendita dopo le 18, sembra dare il colpo di grazia ad un settore che negli ultimi anni ha avuto una notevole espansione, offrendo opportunità di lavoro a molti giovani.

Basti pensare che in Campania, negli ultimi 5 anni, le enoteche sono aumentate del 13%. La Campania ne conta oltre 800, seconda solo alla Lombardia. Ma è Napoli che detiene il primato con oltre 500 enoteche. A Caserta se ne contano circa 140, a Salerno 90, mentre a Benevento oltre 30, così come ad Avellino.

Secondo Masiello sarebbe il caso di incentivare il settore anziché degradarlo, sempre nel rispetto delle norme di sicurezza del caso.

Tale crisi ha coinvolto non solo la Campania o l’Italia, ma l’Europa intera. Basti pensare che già lo scorso maggio si registrava un’importante decrescita di vendita di vino, per effetto della chiusura di bar, caffè, ristoranti ed hotel, che ha comportato anche un azzeramento del turismo.

Vedremo cosa accadrà nei prossimi giorni e se ci saranno delle novità. Di certo, senza una modifica al Dpcm, sarà ancora più dura la ripresa di un settore in cui nel mondo non siamo secondi a nessuno.