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sabato, 23 Settembre 2023

Camera: sì al divorzio breve

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Claudia Camillo
Claudia Camillo
Collaboratore XXI Secolo.

Finalmente da oggi anche in Italia non si dovrà più attendere molto per accedere al divorzio: 12 mesi per i casi di contenzioso e solo 6 in caso di divorzio consensuale.

Il 29 maggio a Montecitorio sono stati ben 381 i sì al divorzio breve. Non si dovranno più attendere tre anni per ottenere lo scioglimento del matrimonio, quindi, ma basterà al massimo un anno. Per quanto riguarda la comunione dei beni, questa potrà essere sciolta nel momento in cui il giudice autorizza gli ex coniugi a vivere separati, o al momento della separazione consensuale.

Era il 1974, quando tramite un referendum, si cercò di far abrogare la legge 898/70, quella sul divorzio. In quel caso la popolazione espresse il suo favore nei confronti di un ddl che permetteva di sciogliere il legame matrimoniale in tutta trasparenza, senza dover per forza dimostrare la “responsabilità causale” del partner. Sono passati 40 anni e la Camera ha approvato un ulteriore ddl che potrà finalmente snellire le procedure di scioglimento dei matrimoni, non senza voci fuori dal coro.
Se le approvazioni sono state 381, sappiamo che i no sono 30 e gli astenuti 14. Tra questi, i deputati Popolari per l’Italia- UdC e alcuni deputati di Forza Italia.

La deputata dell’UdC Paola Binetti ha infatti affermato di aver votato un “no convinto”, e con lei tutti gli altri deputati, perché questo ddl svilirebbe l’unità della famiglia e non permetterebbe il trascorrere dei tre anni necessari per rivedere la decisione e salvare matrimoni. Al contrario, la destra teme che, velocizzando le pratiche e accorciando i ‘tempi d’attesa’, non si otterrebbe altro che un ulteriore svilimento dell’istituzione matrimoniale, che potrebbe portare ad un aumento di separazioni e divorzi.

Per quanto riguarda l’altra ala della Camera, a favore del ddl e suoi maggiori sostenitori sono stati i deputati di Sel, che, attraverso le parole di Nichi Vendola, hanno ritenuto l’approvazione di questa proposta di legge come una misura di “civiltà e libertà”, auspicando un iter snello e veloce anche al Senato.
Secondo il partito di Vendola, infatti, era ormai ora che l’Italia desse una spinta sull’accelleratore sociale per intraprendere una strada ormai già battuta da numerosissimi paesi europei, che è quella del riconoscimento di libertà e diritti civili. Si augurano, infatti, che questo possa essere solo l’inizio e che presto l’Italia possa diventare “compiutamente civile e completamente europeo” anche facendo dei passi in avanti per quanto riguarda le leggi contro omofobia e transfobia, matrimonio alle coppie omosessuali ed adozione a single e coppie omosessuali.

Anche il presidente dell’Associazione degli avvocati matrimonialisti italiani, Gian Ettore Gassani, si è espresso riguardo al ddl sul divorzio breve, ritenendolo già “virtualmente” una realtà e premendo anch’egli su una regolamentazione sulle coppie di fatto e omosessuali e sul rendere facoltativa la separazione. “[…] C’è ancora molto da fare per dare dignità al nostro diritto di famiglia – ha commentato Gassani – […] l’Italia resta l’unico paese tra i grandi in Europa a mantenere un diritto di famiglia assolutamente conservatore, molto spesso in dispregio dei diritti fondamentali dell’uomo”.

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