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Calamità Naturali e Dissesto Idrogeologico: è davvero la natura il nostro nemico?

Il dissesto idrogeologico così come le molteplici calamità naturali che colpiscono i nostri territori sono spesso imputati esclusivamente a fattori naturali.

Questi fenomeni, tuttavia, sono legati in maniera indissolubile all’attività dell’uomo.

Se è vero che frane, smottamenti ed alluvioni sono dovuti ad eventi atmosferici eclatanti, è altrettanto vero che questi eventi spesso fuori stagione o comunque di portata superiore a quelli che ci si aspetterebbe, sono causati da una cattiva gestione dell’ambiente. Le conseguenze, tristemente note, sono  gravi danni economici e ingenti perdite di vite umane e animali.

Quello però a cui assistiamo, altro non è che l’ultima pedina di un immenso effetto domino che nasce dal comportamento sconsiderato dell’essere umano.

Nei secoli gli uomini, durante il processo di antropizzazione, hanno “mangiato” chilometri e chilometri di suolo togliendolo ai suoi legittimi proprietari.

Un esempio eclatante è sicuramente l’abuso edilizio, siamo andati a costruire là dove vi erano tutte le indicazioni di rischio, proprio sotto i nostri occhi, basta volgere lo sguardo alle falde del Vesuvio per capire di cosa stiamo parlando.

Ma procediamo per gradi.

In primo luogo andiamo a definire che cos’è il dissesto idrogeologico e quali ne sono le cause.

Il dissesto idrogeologico è un insieme di processi morfologici, che distruggono e degradano lentamente il suolo portando, alla fine, a fenomeni come alluvioni e frane.

Le cause del dissesto idrogeologico sono molteplici, e possiamo distinguerle tra cause naturali e cause artificiali.

Nelle cause naturali, annoveriamo, sicuramente forti piogge e/o abbondanti nevicate. Questi eventi però sono strettamente interconnessi ai  cambiamenti climatici, le cui cause sappiamo bene essere l’attività industriale, l’uso smodato delle risorse ecc. Anche in questo caso, quindi, la natura è relativamente colpevole.

Nelle cause artificiali, invece, vediamo tutta quella serie di operazioni compiute dall’uomo per costruire case, rendere il territorio più accessibile, migliorare la viabilità, incrementare le porzioni di suolo utili all’agricoltura ecc.  che hanno visto togliere sempre più terreno alla natura.

Stiamo parlando, per dirla in maniera semplicistica, di opere idrauliche, creazioni di argini, tratti di fiumi interamente tombati, deviazione degli argini, briglie e così via.

Dicevamo appunto tassello di un infinito domino, il territorio è stato modificato, in alcuni casi, anzi nella maggior parte dei casi tutto ciò che si poteva fare per prevenire o comunque in qualche modo arginare il danno non è stato fatto, e quando arriva l’evento climatico straordinario inevitabilmente arriva il disastro.

Ad oggi siamo in grado di definire con esattezza quello che è il rischio idrogeologico. Ovvero la probabilità con cui un evento idrogeologico, come un’alluvione o una frana, possa presentarsi.

Questo dovrebbe permetterci quantomeno di arginare il danno che eventi di questo tipo sono in grado di procurare.

L‘Italia, è un paese ad altissimo rischio idrogeologico, soprattutto in zone come la nostra Campania.

Tuttavia, non sempre l’analisi del rischio corrisponde ad un adeguato piano di intervento. È importante che tutti insieme facciamo del nostro meglio per evitare che fenomeni di questo genere si verifichino. Se da un lato la politica e la finanza hanno il compito di creare adeguati piani di intervento per quella che è la manutenzione e la messa in sicurezza del nostro territorio, è compito di ogni cittadino preservare quantomeno quello spazio di natura di cui ognuno di noi è responsabile.

Non abbandoniamo quindi nei nostri fiumi, o nelle loro prossimità, materiali di cui vorremmo sbarazzarci, ribelliamoci quando sentiamo parlare di disboscamenti sul nostro territorio, ogni piccolo gesto può fare la differenza.