Gli italiani una volta tornati a casa dal lavoro possono finalmente rilassarsi la sera accendendo la televisione, facendo zapping selvaggio tra un canale e l’altro, desiderosi di farsi due risate scelgono di guardare un programma comico, divertente e giocoso; ma quale scegliere? Made in Sud, Colorado o Zelig?
La comicità italiana stando ai palinsesti televisivi propinati dalle ormai migliaia di canali tv sembra essersi diversificata in comicità classica, quella di Zelig offerta da un cast di comici provenienti prevalentemente dal Nord e la comicità del popolo, quella del ‘basso stivale’ di Made in Sud che annovera nelle sue file di cabarettisti attori e comici, personaggi in grado di creare una comicità irriverente da tipiche ‘macchiette’ e ‘tormentoni’. Mentre con Zelig i telespettatori possono godersi i monologhi da sempre privilegiati nel programma e brevi scenette recitate da comici prevalentemente del Nord, in Made in Sud invece viene proposto al pubblico un tipo di comicità alternativa, basato essenzialmente su personaggi-paradosso che recitano sketch atti a diventare tormentoni per fissarsi bene nella mente dei ragazzi del XXI secolo che frettolosi guardano solo ciò che più fa tendenza.
Per approfondire meglio l’argomento siamo riusciti a intervistare Elena Diemmi, attrice comica, cabarettista e insegnante emiliana, che ci ha aiutato a delineare quelle che sono le differenze nel mondo dello spettacolo del cabaret diviso tra Sud e Nord.
Qual è la sua comicità? Come s’imposta il cabaret di Elena Diemmi?
«Essendo emiliana mi sento di dire che il mio mentore è Gene Gnocchi; in realtà la mia comicità si rifà ai tipici personaggi delle donne bolognesi, le belle massaie dell’Emilia-Romagna, con l’accento un po’ forte, tipico clichè bolognese. Interpreto infatti di solito i ruoli delle donne bolognesi, indaffarate, divise tra lavoro e famiglia, cucina e problemi con i figli. La comica napoletana per esempio, è totalmente differente da questo personaggio. Una comica che è riuscita molto a emergere è Teresa Mannino, che ha impostato il suo personaggio in una chiave vincente: una siciliana impiantata a Milano e quindi il telespettatore ha una doppia visuale sulla sua vita e sulla comicità che ne deriva. Nessuna riesce a mantenere il palco come lei: sia da comica, sia da presentatrice»
Come si pone la tv nei confronti delle donne che vogliono vivere di cabaret?
«Potrei rispondere semplicemente dicendo che ai casting, solitamente su 80 persone, solo una è una donna. Una percentuale bassissima. Purtroppo la tv ancora fa difficoltà ad accettare la donna in quanto attrice comica. Talvolta ho sentito dire che una donna non può fare cabaret se non fa già ridere nell’aspetto fisico buffo o un po’ bruttino. Questa è una cosa che se vogliamo bistratta un po’ la comicità che talvolta segue sì il gusto delle regioni, ma dipende anche molto dai gusti. Basti pensare che nell’antica Grecia le donne a teatro erano interpretate da uomini truccati, non recitavano. Quando mi sono laureata al DAMS la mia tesi di laurea verteva proprio su questo: quanta effettiva difficoltà incontra la donna per fare carriera all’interno del mondo del teatro e del comico. Alle volte ai provini molte comiche sono mogli di comici che provengono dal teatro. E’ dura abbattere gli stereotipi maschili. Per esempio, il fatto che Made in Sud stia andando così bene avvalora la mia tesi: perché non possiamo avere programmi misti, freschi, giovanili che piacciano a tutti? Favorendo questo tipo di comicità è come se offrissimo al pubblico un lauto banchetto: è il telespettatore poi che deciderà cosa gustarsi e cosa invece non accettare»

Qual è stato il suo esordio? E progetti futuri?
«Ho lavorato in diverse commedie dai 18 anni in poi, anche se con La sail’Ultima? nel 2006 ho raggiunto più notorietà, ho lavorato su Sky con Metropolis e tanto altro ancora. Un progetto che uscirà tra poco su La7Gold, con Eugenio Chiocchi e tanti altri miei colleghi, sarà un programma pilota e riguarderà proprio l’opposizione tra il mondo femminile e il mondo maschile in chiave comica, ma con un risvolto intelligente. La sit-com si chiama Big Bar e tutti i discorsi e le battute delle mie colleghe sono state scritte interamente da me. Al Big Bar il telespettatore potrà incontrare uomini che giocano a carte sorseggiando un caffè mentre parlano di calcio o donne che bevono bibite fresche mentre si confidano l’ultima delusione amorosa, l’ennesima litigata col fidanzato geloso o l’annoso problema dell’educazione dei figli. Una sit-com piacevole e divertente! Inoltre all’inizio di quest’anno ho fondato con altre 5 ragazze un gruppo comico femminile: le Queen Tette, un’idea nuova e curiosa»
Una televisione in crescita che pertanto, potrà essere migliorata e resa più divertente dall’ascolto delle esigenze del pubblico che è cambiato e che continuerà a cambiare. Siamo certi che se la tv si circonda di personalità positive e creative come Elena Diemmi, non potrà che continuare ad arricchirsi, per garantire agli italiani una parentesi di puro divertimento.