È di questa mattina la notizia che nel Tribunale di Brindisi non sarà più possibile entrare con un abbigliamento poco consono. Il presidente del Palazzo di Giustizia, Francesco Giardino, ha infatti firmato una nota diretta al responsabile dell’area sicurezza e al procuratore della Repubblica in cui impone lo stop per minigonne e abiti trasparenti. Il provvedimento è stato depositato il 24 giugno scorso ed è già entrato in vigore.

“Per evitare il reiterarsi di situazioni incresciose all’ingresso del Palazzo di Giustizia, La informo che l’ingresso non è consentito alle persone vestite in modo non decoroso, intendendo per tale pantaloncini, salvo che costituiscano elementi di divisa degli appartenenti alle forze armate, vestiti eccessivamente scollati e/o trasparenti, minigonne, ciabattine infradito ecc…”. Questa la nota affissa all’ingresso del Tribunale della città pugliese.
Il presidente Giardino prende così in mano la situazione e libera dagli impicci i responsabili della sicurezza che effettuano il servizio di portineria, in modo tale da evitare spiacevoli rimproveri o addirittura cacciate dalle aule. Evidentemente il decoro di cui si parla nella nota non può essere lasciato al libero arbitrio dei cittadini, ed è così dovuto intervenire in prima persona il presidente del Tribunale.
Neanche il tempo di metabolizzare la novità che si è già creato il precedente. Questa mattina, infatti, gli addetti alla vigilanza hanno subito messo in pratica il provvedimento, non consentendo a una donna di entrare in Tribunale.
In tribunale come in chiesa, quindi, con l’unica differenza che nella Casa del Signore almeno si sta freschi. In molte aule di tribunale, infatti, nelle giornate più calde si rischia il collasso. E probabilmente questo provvedimento non si distingue per tempestività, dato che qualche giorno fa, proprio in un aula del Tribunale brindisino, un uomo è stato colto da malore per il troppo caldo ed è stato necessario chiamare il 118. Quando si dice la solerzia.