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sabato, 30 Settembre 2023

Borse europee in continuo ribasso

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Giornata negativa per Piazza Affari, nonostante il leggero rialzo nella giornata di lunedì 5 maggio, Milano chiude con un calo dello 0,65% dove aver toccato il -1,5% nel pomeriggio. Prosegue invece la discesa dello spred fra i Btp italiani e i Bund tedeschi, il differenziale ha aperto a quota 144 punti dopo aver perso 7 punti, rispetto alle giornate precedenti con un rendimento del titolo italiano al 2,94%.

Andamento negativo che interessa tutte le altre piazze europee, dal calo di Wall Streeet alla precedente chiusura in ribasso a -1,44% di Hong Kong, il calo maggiore delle ultime sei settimane secondi gli analisti. Le borse europee aprono in ribasso sulla scia della performance poco ispirata delle piazze asiatiche, pesano senza dubbio sulla situazione la crisi in Ucraina e i deboli dati sull’inflazione in Cina. Il Dax di Francoforte cede lo 0,2% a 9.588,50 punti, il Cac 40 di Parigi perde lo 0,35% a 4.491,49 punti, l’Ftse 100 di Londra scende dello 0,23% a 6.822,82 punti, l’Ftse Mib di Milano arretra dello 0,16% a 21.694,17 punti, l’Ibex di Madrid segna -0,11% a 10.579,6 punti. Listini azionari europei in leggero calo in avvio di seduta, limano così i massimi degli ultimi sei anni e la Borsa più pesante resta Milano.

In notevole ribasso la situazione nel settore bancario: Azimut, Mediobanca, Bper e Banco popolare cedono il 4%, seguite da Intesa e Bpm, che perde il 2%. Unica nota positiva tra le Blue Chip di Piazza Affari a riportare un sensibile risultato è Finmeccanica, che mostra un progresso dello 0,57%.  Chiude invece in leggero rialzo la borsa di Tokio +0,25%, il deprezzamento delle azioni ha spinto gli investitori a tornare a comprare ma il rafforzamento dello yen continua a tenere gli esportatori sotto pressione.

Per giugno, ha fatto sapere Mario Draghi presidente della Bce, sono attese le nuove proiezioni su crescita o inflazione e la Bce potrebbe agire se il livello di inflazione resta a livelli molto bassi, usando anche misure non convenzionali per sostenere l’economia. Affermando che i paesi in cui l’economia è in situazione di stallo devono perseguire riforme strutturali: non sono facili, comportano dei sacrifici, ma sulla base di quanto avvenuto in paesi come Irlanda, Grecia, Portogallo e Spagna le alternative sono molto poche.

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