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I Borgia, l’anima nera del Rinascimento

I Borgia, oppure, dato i natali ispanici, Borja, costituisce uno dei nomi più stereotipati dell’immaginario culturale italiano che va oltre al periodo d’oro delineato da Jacob Burkhardt, avente moltissime sono le leggende allegate anche alle verità celate dietro questo enigmatico nome.

Arrivati in Italia nel Quattrocento, in pieno Umanesimo, il più remoto discendente fu Alonso, proprietario terriero catalano, che coniugò all’attività intellettuale un’importante carriera ecclesiastica; è detentore di varie lauree e dopo un’attività di cancelliere presso la corte d’Aragona di Alfonso V, divenne vescovo di Valencia nel 1432, per poi raggiungere il soglio papale all’età di 71 anni col nome di Callisto III.

Da quel momento fu posta la prima pietra per l’ascesa della nota famiglia, emblema del male nel Rinascimenti.

A dar il via alla corsa al potere nell’Italia Rinascimentale è stato certamente il futuro pontefice Alessandro VI, al secolo Rodrigo Borgia, che attraverso una fitta rete di epurazioni e di corruzione, riuscì a scalare la vetta del Conclave nel 1492, battendo le rivalità delle famiglie romane, come i Colonna e gli Orsini, ma anche quelle appoggiate da altre potenze italiane, come i partenopei Carafa, oppure di Giuliano della Rovere, futuro papa Giulio II, noto per le vicissitudini con Michelangelo durante la creazione degli affreschi della Cappella Sistina.

Rodrigo Borgia in oltre un decennio di attività più politica che religiosa, si dimostrò, nonostante i molteplici scandali , come dimostrano anche gli attacchi del frate Girolamo Savonarola, un ottimo e moderno principe rinascimentale, al di là degli intrighi e della rete nepotista creata per tener in scacco le potenze italiche, senza però precludersi in modo spasmodico i piaceri terreni.

Evento che al giorno d’oggi, all’epoca consentito attraverso il successivo riconoscimento, era che costui era padre di quattro figli, cui più noti sono certamente Cesare e Lucrezia, avuti con un’ostessa romana, Giovanna Cattanei, detta Vannozza, con cui si dice intrattenesse sfrenati rapporti erotici.

Ma, la lussuria si prodigava anche verso altre donne. Sicura è la relazione con Giulia Farnese, discendente del ramo ducale di Parma, la quale riuscì attraverso la loro relazione a far accedere il fratello Alessandro, futuro papa Paolo III, nelle grazie dell’uomo.

Inoltre, non mancano le ipotetiche voci su rapporti incestuosi tra il papa e sua figlia, Lucrezia, dipinta dagli stessi abitanti romani, come la “nuova Messalina” ed indicata quale immagine archetipica della misoginia rinascimentale .

Oltre a Lucrezia, abile figura politica, fu certamente il figlio Cesare, dipinto nelle pagine del Principe di Machiavelli come exemplum del realismo politico del moderno principe ed uomo politico rinascimentale.

Cesare Borgia, detto il Valentino a seguito del matrimonio e dell’acquisizione del titolo di Duca di Valentinois , grazie all’appoggio paterno, non solo eliminò ogni avversario politico alla famiglia Borgia, ma allo stesso tempo divenne un mero politico che grazie alle capacità militari e all’apporto di tecniche strategiche diede il via alla futura riacquisizione politico-territoriale di molteplice aree ormai soggette al potere temporale papale solo in modo nominale.

Ma, al di là dei Borgia “italiani”, il ramo ispanico-catalano della famiglia Borgia, o meglio dire, Borja, continuò a rappresentare uno degli esempi di nobiltà più fertile e attiva nel siglo de Oro in Spagna fino all’Ottocento una delle più illuminate famiglie della nobiltà catalana, con trascorse attività di mecenatismo e di attività intellettuali, totalmente antitetica all’immago lasciata nel nostro paese .

Ad oggi, i Borgia, restano ancora delle figure storiche emblematiche, come si evince dall’interesse ancora attuale verso questi personaggi, ripresi attraverso nuovi schemi ekphratici , come i numerosi film tratte dalle loro storie , anche a sfondo erotico, oppure come le più recenti e varie serie televisive create ad ispirazione delle vicende , reali e leggendarie che ruotano attorno al papa ed alla sua famiglia .

 

 

 

Domenico Papaccio
Domenico Papaccio
Laureato in lettere moderne presso l'Università degli studi di Napoli Federico II, parlante spagnolo e cultore di storia e arte. "Il giornalismo è il nostro oggi."