Questa mattina, all’alba, l’operazione di arresto nei confronti di ben 12 persone è scattata nel quartiere Ponticelli, la zona delle presunte attività illecite praticate dal clan camorristico dei De Micco, coadiuvati dal clan Cuccaro nel quartiere di Barra. Le ordinanze di custodia cautelare sono state approvate dal gip di Napoli con accuse ben precise: associazione mafiosa per illeciti legati al traffico di droga, possesso e utilizzo di armi non registrate e tentato omicidio.
Le indagini sono state regolate dalla Direzione del distretto antimafia che, attraverso una squadra investigativa, aveva appurato quanto gli interessi economici avessero inasprito il rapporto di ‘rispetto’ tra il clan De Micco e le altre associazioni a finalità criminale.
Principalmente, oltre ai De Micco, l’altra precipua famiglia camorristica in questione è quella dei D’Amico. L’astio tra le due congregazioni si è acuito in seguito alle incomprensioni sulla ‘conduzione’ delle piazze del quartiere, relativamente allo spaccio di stupefacenti. Le conseguenze, esasperate a tal punto da condurre ad una guerra di sangue nelle zone interne del capoluogo campano, hanno condotto la Squadra Mobile di Napoli all’arresto di 12 persone associate ai clan.
Fonti investigative hanno dichiarato che il blitz di questa mattina avrebbe portato anche alla cattura del boss Marco De Micco. L’uomo, trentenne, dovrebbe essere il presunto boss del clan e gestore, tramite i suoi affiliati, delle attività di spaccio di zona.
De Micco non è nuovo agli agenti della polizia visto che circa 1 anno fa era già stato arrestato sempre dalla Squadra Mobile partenopea accusato di estorsione nei confronti di imprenditori nell’ambito dei videogiochi e delle scommesse in internet. L’accusa era legata all’obbligo, da parte degli impresari, di pagare una tangente cospicua per svolgere, sotto il loro controllo, l’attività lavorativa da loro messa in piedi. All’epoca De Micco fu arrestato durante i festeggiamenti di un matrimonio al quale partecipava, tentando la fuga alla vista della polizia.
Anche la scorsa estate aveva visto il presunto boss protagonista di agguanti sanguinosi. Il giovane 20enne, Alessandro Malapena, si era ‘permesso’ di spacciare droga nelle zone sotto la supervisione dei De Micco, senza pagare alcuna tangente e dopo un primo avvertimento di un colpo d’arma da fuoco al polpaccio, fu definitivamente ucciso da più colpi di pistola nei pressi della sua abitazione, arrivando già deceduto all’ospedale Villa Betania.
Avvenimenti questi che potrebbero portare a uno sconvolgimento nelle attività camorristiche di zona e a conseguenti passaggi di controllo della gestione degli illeciti.