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Benevento, gli effetti negativi dell’incantesimo giallorosso

Rasente sul filo di un infido rasoio, l’incertezza avviluppa l’intero filamento. Il campo di battaglia sembra deserto, ma ogni squadra si cela dietro ogni angolo della classifica. Ogni momento diviene decisivo per sferrare il proprio colpo, la lotta per la salvezza è incredibilmente agguerrita. Il Benevento si trova in una situazione pericolosa, le condizioni sono quasi tragiche, l’uscita di emergenza è distante: sarà necessaria una vera e propria magia per sostare ancora un altro anno nel massimo campionato.

La nascita della magia

Con il termine magia, si intende una tecnica, che si propone di influenzare o signoreggiare gli eventi, i fenomeni fisici e l’essere umano con la propria volontà. Essa, dunque, può usufruire di atti o formule verbali particolari, come di gesti e rituali appropriati. L’etimologia del lemma, in greco “μαγεία“, proviene dalla denominazione con cui nell’antica Grecia veniva rappresentata la dottrina praticata dai “Magi“, i sacerdoti zoroastriani della Persia.

Fin dai remoti albori, con le radici barbicate nell’antichità, alcune credenze e celebrazioni magiche hanno spadroneggiato tra le arcaiche e le moderne culture. Amalgama tra caratteristiche differenti e omogenee, consuete non solo dell’occultismo e della stregoneria, ma mescolate alla scienza e alla religione. Anche a partire dal paleolitico, alcune scene di pitture sono state assegnate a finalità magiche.

Per il Benevento è possibile l’incantesimo salvezza?

In questa ultima porzione di stagione, le streghe, quindi, sono chiamate ad effettuare una vera e propria magia per raggiungere l’obiettivo prefissato all’inizio dell’annata. Nella giornata odierna, contro il Cagliari, si è trattata di una “finale”; mai il Benevento si sarebbe aspettato di arrivare a questo confronto addirittura con un punto da recuperare. “Tralasciando” l’iperbole discendente originatasi dalle recenti prestazioni dei giallorossi, al contrario, i sardi non ne sbagliano più una. Gli ultimi risultati positivi dei rossoblù, infatti, simboleggiano fonte di speranza, diversamente sorgente di sfiducia per il club della Campania.

È una sfida fondamentale per le sorti della stagione, anche Pippo Inzaghi è a conoscenza di questo fattore. “Arriviamo bene alla partita, la squadra si è preparata molto bene. Conosciamo la posta in palio e conosciamo anche la nostra forza, il campo ci darà la risposta che cerchiamo. Ce la possiamo giocare con chiunque, mancano sempre meno partite ma i nostri punti non ce li ha regalati nessuno e ce la giocheremo fino alla fine”. Compiere magie non sarà semplice, ma lo spettacolo è assicurato!

Al Vigorito termina 1-3 tra Benevento e Cagliari:

Sebbene l’infermeria giallorossa sia gremita, Inzaghi sceglie i suoi guerrieri per una battaglia importantissima e si prepara a sfidare il Cagliari di Leonardo Semplici. L’avvio dei padroni di casa, però, è piuttosto deludente e lascia molto a desiderare. I rossoblù sbloccano subito la gara dopo un solo minuto: Lykogiannis, terzino greco, lascia partire una conclusione potente e chirurgica dalla distanza, irraggiungibile per Montipò. Le streghe non si scoraggiano, al primo quarto d’ora di gioco firmano il pareggio e rientrano subito in partita. L’assist di Caprari è sublime, il killer istinct di Lapadula è letale. È 1-1 dopo i primi 45′.

Nella seconda frazione di gara, i sardi appaiono più propositivi e cominciano a spingere il piede sull’acceleratore. La retroguardia del Benevento regge i colpi avversari fino al 64′, il muro giallorosso si infrange e il Cagliari si riporta nuovamente in vantaggio. Traversone dalla destra di Nandez, riceve nel cuore dell’area di rigore Paovoletti, la sua incornata è vincente. I padroni di casa tentano quanto meno di arrivare al pari, ma i rossoblù timbrano il 3-1 finale con Joao Pedro e portano in Sardegna tre punti preziosi.

Al termine di un avvincente scontro salvezza, trionfa il Cagliari e vede la salvezza; al contrario, il Benevento sprofonda nelle viscere della classifica e la lotta per sostare in Serie A diviene sempre più ostica.