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Benadryl Challenge, la folle sfida dei giovani su Tik Tok

Benadryl Challenge“: questo è il nome della folle sfida diffusa in America, in maniera capillare, attraverso il social network più conosciuto e utilizzato dagli adolescenti.
Tik Tok è diventato, con rapidità, un luogo virtuale di incontro e di confronto per le nuove generazioni; purtroppo è stato anche trasformato, inaspettatamente, in uno strumento mortale. La challange lanciata nell’ultimo periodo è talmente pericolosa da riuscire a trascinare i ragazzi verso la fine delle loro esistenze.

Il “Benadryl” è un medicinale – a base di difenidramina – capace di dare allucinazioni, se assunto in grandi quantità. I giovanissimi hanno, dunque, deciso di utilizzarlo per provare classiche sensazioni prodotte dalle droghe. Le controindicazioni sono numerose; dagli scompensi cardiaci alle reazioni allergiche, comprendendo danni cerebrali.

La perenne ricerca di approvazione sociale è considerata una tematica attuale, ma in realtà riguarda anche i tempi passati. Oggi è semplicemente più facile far circolare le notizie. Una visibilità elevata favorisce la diffusione di qualsiasi fenomeno.
Le motivazioni che spingono un ragazzo verso queste sfide sono diverse:  il desiderio di essere apprezzato dai coetanei, la voglia di opporsi alle regole, la necessità di affermare il proprio volere.

Purtroppo non è la prima volta che nascono situazioni di questa gravità. Possiamo citare altri due esempi simili, abbastanza recenti: la Blue Whale Challenge e la Tide Pods Challenge.
La prima sfida comprende numerose “regole” che portano i ragazzi a perdere progressivamente lucidità. Ogni giorno portati a eseguire compiti prestabiliti, fino ad arrivare al suicidio (che consiste nel buttarsi giù, dal palazzo più alto della città).
La seconda sfida menzionata riguarda l’atto di ingerire il detersivo per bucato appartenente al marchio “Tide Pods”, azione che potrebbe avere effetti letali.

Le soluzioni davanti a problematiche così serie dovrebbero essere tre.
Una maggiore attenzione all’educazione ricevuta dall’adolescente: è necessario che ci sia una reale interiorizzazione dei giusti valori, per assicurarsi che non accadano cose simili.
Un intervento proveniente proprio dalla “comunità dei simili“: è bene che i coetanei cerchino di evitare fenomeni del genere, contrastandoli (anche attraverso l’ironia) e non permettendone la diffusione.
Un controllo preciso da parte delle piattaforme stesse, in modo tale che i contenuti siano filtrati: una sorta di “anti-virus” nei confronti dei pericoli di natura sociale.