Dal 27 aprile saranno esposte a Londra 7 opere del famoso e misterioso street artist, per poi essere vendute all’asta. Sul sito banksy.co.uk il writer dichiara di non avere niente a che fare con questa iniziativa, ritenendola ‘disgustosa e non autorizzata’. A organizzarla è il Sincura Group, che da qualche tempo va a caccia dei murales lasciati nelle strade per poi rivenderli. Quotazioni da capogiro per le opere di Banksy, anche se nessuno dei pezzi esposti è stato autenticato.

Street art all’ombra del Vesuvio. Vedi Napoli e te ne innamori. Le crepe e le superfici rovinate dei muri napoletani sono carta bianca per gli street artist di fama internazionale, sedotti dalla nobile magia di una città tenace e orgogliosa, ricca di un passato carico di suggestione, forte di una tradizione culturale frizzante, dinamica e capace di conquistare, tra i tanti, anche Andy Warhol. Fan di una città che nei primi Anni ‘80 era divenuta simile alla sua disperata e insieme fantastica New York. Napoli è stata culla della transavanguardia e per breve tempo capitale dell’arte contemporanea italiana. Oggi sta ritornando a ricoprire un ruolo di primo piano nella scena culturale nazionale.
La street art a Napoli nasce con Cyop&Kaf, firma storica che nella sua ispirazione al modello di Basquiat rinforza quel rapporto mai interrotto con la Grande Mela. Fra le tante altre opere, quelle sicuramente di spessore portano le firma di Banksy, Zilda, Diego Miedo, Clet Abraham, Alice Pasquini, ma anche di tanti altri artisti locali e anonimi che arricchiscono le superfici della città.
Napoli dalla vocazione internazionale, ma dalla forte identità locale. I miti della radicata tradizione, le figure sospese tra storia e folklore, sono i soggetti privilegiati delle opere che partono dalla magia della smorfia per immortalare l’anima di un intero popolo. La street art napoletana è divenuta una metaforica valvola di sfogo, un’esplosiva voglia di raccontare e di raccontarsi, ma anche una preziosa cronaca del presente.
E’ l’idenditik dell’’inglese Banksy, un artista diventato leggenda. Sferzante, irriverente, impudico, trasgressivo. Le sue opere

sono spesso a sfondo satirico e riguardano argomenti come la politica, la cultura e l’etica. La tecnica che preferisce è da sempre lo stencil che, proprio con Banksy, è arrivato a riscuotere successo in tutto il mondo. Ha lasciato la sua firma in molte città italiane e straniere. Meta dei suoi numerosi pellegrinaggi è stata proprio Napoli, che ospita due opere in pieno centro storico. Una in via Benedetto Croce raffigurante Santa Teresa, l’atra a piazza Girolamini raffigurante la Madonna con la pistola. Il murale che rappresentava una reinterpretazione della Santa Teresa del Bernini, recentemente coperta da un writer anonimo per un danno calcolato di 100mila euro, figurava con in mano panino, patatine e coca cola, simboli del consumismo. La Madonna con la pistola invece resiste in ottime condizioni, raffigurando il parallelismo del sacro con la lotta alla malavita della città.
Oggi i suoi quadri in vendita sono diventati una cosa normale. Le opere stanno creando un mercato parallelo: rimosse dai muri, vengono restaurate e vendute. Banksy cosa ne pensa? Contattato da diverse testate, dichiara di rifiutare il riconoscimento di tutte le sue opere rimosse e rivendute all’asta. Cosa che, in ogni caso, non ne fa abbassare le quotazioni, stimate tra i 500mila e i 700mila euro.