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Bambino muore annegato a Torre del Greco, la madre: “Non ricordo nulla”

Emergono nuovi ed inquietanti dettagli relativi al delitto avvenuto a Torre del Greco, vicino Napoli. Pare che Francesco, il bambino di due anni e mezzo gettato in mare dalla madre, avesse dei problemi di comunicazione, questa situazione aveva insinuato nella famiglia il dubbio che potesse soffrire di una forma di autismo.

Non c’è stata nessuna diagnosi da parte di un professionista, tuttavia la maggior parte dei parenti del bambino ne era convinta e in particolare la madre, Adalgisa. Proprio per questa ragione, nei giorni scorsi uno psichiatra avrebbe dovuto visitare il piccolo.

Delitto di Torre del Greco: la dinamica dei fatti

Accade però qualcosa di imprevisto e sconcertante: la sera del 2 gennaio avviene l’irreparabile: Adalgisa si allontana da casa, in compagnia del bambino e si dirige verso il mare. Due ore più tardi, le forze dell’ordine hanno trovato la donna nei pressi del mare, in località “La Scala”; il corpo senza vita del piccolo Francesco è stato recuperato dal mare.

La procura di Torre Annunziata ha emesso un decreto di fermo nei confronti della donna, accusata di omicidio volontario aggravato. Secondo gli inquirenti la 42enne avrebbe ucciso il figlio, il gesto estremo si sarebbe verificato proprio in relazione alla presunta disabilità del figlio; Adalgisa è stata ascoltata dagli inquirenti, in presenza del suo avvocato, Tommaso Ciro Civitella; la donna avrebbe presentato una versione confusa, piena di esitazioni e di contraddizioni, e alla fine della deposizione avrebbe ammesso la propria responsabilità.

Attualmente la donna è stata trasferita nel carcere femminile di Pozzuoli, in attesa dell’udienza di convalida dello stato di fermo.

Alcune persone presenti in spiaggia al momento dei fatti, hanno riportato di aver sentito Adalgisa urlare sulla battigia. Alcuni tra i presenti si sono tuffati in mare e hanno tirato fuori il corpo del bambino dall’acqua, ma purtroppo era privo di vita. Malgrado i tentativi di rianimazione degli operatori del 118, non c’è stato nulla da fare, il bambino è morto per annegamento. La donna, secondo le ricostruzioni, era in stato confusionale.

Sulla questione si esprime anche l’avvocato Civitella, che ha dichiarato: “Siamo in presenza di una persona che è in un tunnel e speriamo che gli elementi raccolti dalla Procura possano portare luce, non solo in termini oggettivi ma anche nella dimensione interiore”.