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Maggio, 308 volte Maggio.

No, l’appunto non glielo facciamo adesso che si è imbardato di bianconero. Glielo muovemmo in tanti, quando Sarri era ancora sulla panchina del Napoli, in quell’ultima partita della stagione con il Crotone, finita 2-1 e che passerà alla storia come l’ultima presenza nella rosa azzurra di Christian Maggio dopo giusto un decennio dal suo ingaggio. Il mister non diede a “maggiolino” la chance di salutare il suo pubblico nemmeno con una manciata di minuti e rimanemmo tutti con un sapore amarognolo attaccato al palato nonostante la vittoria, il secondo posto e gli applausi di tutti i protagonisti del calcio italiano ed europeo. Il campionato del patto scudetto, che coincise con il campionato della grande delusione finì con la nota stonata che i napoletani, da sempre esperti di musica, avvertirono e non mancarono di sottolineare: l’allenatore sbagliò, Maggio meritava di salutare la platea del San Paolo giocando, almeno per un pochino. De Laurentiis a distanza di poco più di un anno non ha dimenticato quel piccolo sgarbo e ha voluto rimediare in occasione della prima amichevole della squadra, proprio contro il Benevento -squadra dove l’esterno milita- organizzando un piccolo evento che aveva come scopo quello di ringraziare formalmente il vicentino. Gli è stata regalata dall’ex club una maglietta celebrativa con il numero 308, le partite giocate con i partenopei. Al momento della consegna il presidente gli ha detto, tra le altre cose, che lui resterà sempre nei nostri cuori anche perchè è stato uno dei primi giocatori che ha portato a Napoli dopo la conquista della serie A. Visibilmente commosso il difensore ha dichiarato, dopo l’incontro che era impossibile non emozionarsi: ” incornicerò quella maglia che mi ha regalato Aurelio e la conserverò con orgoglio”. Maggio arrivò alla corte dei partenopei nell’estate del 2008, proveniva dalla Sampdoria e fu una delle tante operazioni riuscite di Pier Paolo Marino. Oltre al grande valore tecno-tattico il ragazzo si è sempre fatto apprezzare per la serietà di carattere che ne faceva da sempre uno dei leader dello spogliatoio. Ha vinto due coppe Italia e una supercoppa italiana (tutto il palmares di ADL), segnando 20 gol. La sua abnegazione lo ha portato ad interpretare i modo diverso e sempre con profitto il ruolo di esterno destro basso a seconda delle direttive del trainer di turno e delle esigenze di squadra. Carattere schivo, riservato, mai una parola fuori posto, Christian è la dimostrazione di come un veneto doc, orgoglioso della sua terra, possa integrarsi alla perfezione in una città agli antipodi come la nostra, con la sola arma del rispetto, l’unica che può generare amore.