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Azzolina: “Quello che prende oggi un insegnante è poco”

La ministra dell’Istruzione, Lucia Azzolina, si esprime sul delicato tema degli stipendi dei docenti italiani.

La questione, affrontata nella trasmissione “In Onda” su LA7, si è focalizzata sulla situazione della scuola italiana e dei docenti precari; inoltre, ai quesiti posti dai giornalisti David Parenzo e Luca Telese, la Azzolina ha risposto raccontando una professione impegnativa e sottopagata.

Le dichiarazioni della ministra Azzolina

La ministra ha dichiarato: “Sicuramente quello che prende oggi un insegnante è poco. Ancor di più, quello che prendono gli insegnanti della scuola primaria e infanzia, che guadagnano meno della scuola secondaria. E questa è una cosa che non abbiamo mai capito”.

Bisogna ricordare che un aumento di stipendio, attraverso un rinnovo contrattuale, non è una procedura automatica e che la crescita del compenso dei docenti italiani è inferiore a quella di altri colleghi europei. Un lieve aumento, da 20 a 100 euro, dovrebbe arrivare con la rimodulazione del cuneo fiscale. Questa manovra interessa tutti i dipendenti e non va intesa come un aumento riservato agli insegnanti.

A questo proposito la Azzolina ha affermato: “Già da questo mese con il cuneo fiscale per gli insegnanti, non si parla di aumento, ma avranno 80-100 euro in più. Non si tratta di un vero e proprio aumento stipendiale dovuto al rinnovo contrattuale”. Contratto che, bisogna ricordarlo, è scaduto da 18 mesi e per il quale servono finanziamenti consistenti attraverso leggi di bilancio avallate dal Mef.

Ricordiamo che questo bonus varia in base all’importo annuo di ogni singolo dipendente. In genere sono previsti aumenti di circa 80 euro al mese, ma che in alcuni casi potranno anche arrivare a 100 euro. Si tratta di un bonus fiscale per sostenere i redditi più bassi dei lavoratori italiani.

La serie di dichiarazioni della Azzolina presso il programma televisivo di LA7 si conclude con una battuta dal sapore amaro: “Ho fatto richiesta al ministero dell’Economia e delle Finanze per assumere fino a 80 mila docenti sia di sostegno sia no: a breve il ministero dell’Economia dovrebbe darci una risposta”.

Una categoria professionale indispensabile per formare adeguatamente le future generazioni,  che vive una situazione di profondo disagio.