Con grande entusiasmo è stata annunciata ieri la prima perforazione di un fossile su di una cometa: stiamo parlando della cometa 67/P Chyuriumov-Gerasimenko, raggiunta grazie alla sonda Rosetta dal lander Philae. La sonda in oggetto, in orbita da dieci anni, ha attraversato il sistema solare e ha sganciato il piccolo robot deputato allo studio del corpo celeste, ubicato a 500 milioni di chilometri dalla Terra.
Il centro di direzione e controllo della missione ha autorizzato la perforazione della cometa, sfidando il tempo in quanto le batterie del Philae potrebbero scaricarsi da un momento all’altro, considerato che lo stesso poggia soltanto su due zampe, mentre la terza è rivolta verso l’alto e tra l’altro è situata in un avvallamento. Il trapano che dovrà effettuare la perforazione è di stampo squisitamente italiano, ideato e progettato da un gruppo di studiosi del Politecnico di Torino, a sua volta guidato da Amalia Ercoli Finzi, e costruito dalla Selex Es (gruppo Finmeccanica).
La perforazione vera e propria avrà una durata di due ore, dopodiché il Philae raccoglierà i dati relativi ai campioni prelevati e li invierà a Rosetta che a sua volta li smisterà al centro di controllo dell’Agenzia Spaziale Europea in Germania: grande è l’entusiasmo per questa operazione, la cui specialità e unicità è stata anche sottolineata dal Presidente del Consiglio Matteo Renzi in un suo post su Twitter.