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Atac: affluenza bassa il sì non decolla

Atac, un referendum consultivo importante quello di domenica 11 novembre, sulla messa a gara dei trasporti pubblici a Roma. Dal punto di vista politico, differenti le posizioni dei vari partiti, e soprattutto numerose le motivazioni, spesso tra loro contrastanti.

Erano oltre 2 milioni e 300mila i cittadini aventi diritto, ma alle urne sono andati in meno di 900mila. Alla fine, dunque, meno di 300.000 persone hanno votato per l’ingresso massiccio dei privati nel tpl romano, derubricando a “quasi flop” la consultazione cittadina promossa dai Radicali Italiani e sostenuta da Pd romano e Forza Italia; ma nell’ambito di questa situazione, nella quale è evidente che i cittadini, desiderino un trasporto che sia pubblico e non privato, ciò che sorprende di più (soprattutto le opposizioni e in particolar modo i Radicali) è il sì che, non sfonda come ci si aspettava.

Esulta invece la sindaca Virginia Raggi e naturalmente il gruppo politico di appartenenza, il M5s. Un’altra soddisfazione per Virginia Raggi, dopo l’assoluzione arrivata sabato nel processo per le nomine in Campidoglio, che unitamente al M5S capitolino si era schierata per il No, anche alla luce del piano di risanamento di Atac (la società romana del trasporto pubblico locale) avviato con la procedura di concordato preventivo in corso perso il Tribunale Fallimentare di Roma.

I romani vogliono che Atac resti pubblica. Ora impegno e sprint finale per rilanciarla con acquisto 600 nuovi bus, corsie preferenziali, più controlli, riammodernamento metro. Attenzione e rispetto per tutti i votanti”. Queste le parole di Virginia Raggi, che non nasconde la propria soddisfazione con questo messaggio su Twitter.

Un referendum importante, che ha dimostrato quanto un servizio necessiti di essere pubblico, e soprattutto che i cittadini, vogliano evitare qualsiasi tipologia di privatizzazione. Secondo quanto si apprende dalla giunta Raggi, il servizio pubblico Atac, sarà rilanciato grazie ad un “concordato preventivo in continuità”, per trasformare la società in un organismo sano, efficiente e moderno e per disinnescare allarmismi e strumentalizzazioni.