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AstraZeneca, i rischi sono davvero superiori ai benefici?

Purtroppo il Covid-19 continua ad essere in agguato e prosegue il periodo delicato che ormai dura da troppo tempo. Poco tempo fa, il vaccino e la sua rapida diffusione permettevano ad un fievole raggio di luce di illuminare almeno una parte di questo tenebroso ed oscuro tunnel senza fine. Attualmente, lo scenario, però, sembra essere diverso, la campagna vaccinale, in particolare quella legata ad AstraZeneca, pare incutere ancor più timore del virus stesso.

Rari sono i casi di trombosi tra i vaccinati con AstraZeneca, ma quei pochi numeri negativi non rasserenano gli animi degli individui. I numeri non sono troppo elevati, ma spaventano ugualmente: il 31 marzo l’Agenzia europea per i medicinali, la cosiddetta Ema, aveva registrato 62 nel mondo, circa 44 in terra europea, con 14 decessi confermati. Per l‘Ema gli episodi avversi sospetti si calcolano intorno a uno ogni 100mila vaccinati al di sotto dei 60 anni. Ma una nuova riunione dell’Agenzia regolatoria è in programma martedì prossimo.

Anche la Gran Bretagna ha informato di aver osservato 30 casi sospetti di trombosi di AstraZeneca, di cui 7 sono stati decisivi, su un numero comunque elevato di persone vaccinate, circa 18 milioni. Proprio da Londra, infatti, si è diffusa repentinamente la preoccupazione, la città è divenuta l’epicentro dell’angoscia, dopo la registrazione di questi casi. La sicurezza, precedentemente ottenuta, comincia a sgretolarsi. L’Ema è stata comunque chiara: la ripresa è dietro l’angolo, i benefici recati dall’iniezione di AstraZeneca sono superiori ai rischi.

Dalla terra inglese, l’ansia, dunque, si è propagata a macchia d’olio, il nemico sempre essere lo stesso vaccino. L’Olanda, difatti, ieri ha annunciato la sospensione delle somministrazioni al di sotto dei 60 anni, dopo aver registrato alcuni decessi causati da trombosi. Anche la Germania, il 31 marzo, aveva preso questa decisione. La Francia, invece, non ha ancora ripreso la campagna vaccinale AstraZeneca al di sotto dei 55 anni, persino il successivo consenso dell’Ema. In Canada viene distribuito soltanto agli individui con un’età superiore ai 60 anni circa. Insomma, la situazione resta delicata, l’iniezione di AstraZeneca non sembra essere gradito da tutti. Ma i rischi di questo vaccino sono davvero così elevati?

In Italia, invece, la situazione è completamente rovesciata, bisogna fidarsi della scienza, il progresso è in continua evoluzione. Basterebbe un pizzico di consapevolezza: è davvero credebili che i rischi siano maggiori dei benefici? Anche Lorenzo Wittum, amministratore delegato, ha confermato la sicurezza del vaccino. “Sempre più persone si stanno vaccinando anche in Italia con AstraZeneca e questo credo sia importante: queste persone si ricorderanno di questo“.

L’ultimo parere Ema conferma la sicurezza del vaccino. L’agenzia si è espressa di nuovo per ribadire che non ci sono evidenze che supportino restrizioni nell’utilizzo del nostro vaccino“. Ci si augura dunque, che questo “inutile” timore sia ben presto superato dai paesi contrari a questa campagna vaccinale. Ci si augura che la scienza ritorni a regnare incontrastata.