Il Nucleo Investigativo dei Carabinieri di Castello di Cisterna, in provincia di Napoli, a seguito delle lunghissime indagini, iniziate nel 2007, hanno arrestato stamane 8 maggio 2018, il capoclan dei Puca e latitante, Amodio Ferriero.
L’uomo, di 46 anni ed originario di Sant’Antimo è ritenuto tra i vertici del clan Puca, operante nell’area nord della provincia di Napoli, tra Sant’Antimo, Casandrino , Grumo Nevano e non solo, da marzo 2017 era latitante.
Infatti il boss, insieme ad altri esponenti dell’omonimo clan camorristico è ritenuto tra i responsabili dell’omicidio del reggente del clan Verde, da sempre avversario non solo a livello locale , ma soprattutto nei traffici illeciti della cosca retta da Ferriero.
Inoltre tra le accuse a carico del boss Ferriero emergono quello di possesso illegale di armi da guerra, ricettazione e racket, reati a cui si aggiunge l’aggravante del metodo e finalità mafiose.
E proprio questa tranquillità domestica ha favorito le forze dell’ordine all’arresto.
Infatti il boss era intento a far la spesa, da solo -come ogni giorno da sette mesi a questa parte-, al negozio sotto casa, quando sono piombati i Cc per mettergli le manette e porre fine alla latitanza del boss Ferriero.
Nell’appartamento del boss, inoltre, i Cc hanno ritrovato sia i documenti dell’uomo (patente, tessera sanitaria e carta d’identità) ed altri documenti lasciati “in bianco” e consoni per eventuali fughe all’estero.
Insieme ai documenti, sono stati ritrovati anche alcuni preziosi di elevato valore e oltre 5mila euro in contanti.
Il boss Ferrero si aggiunge ai tanti nomi della criminalità organizzata, arrestati a causa della noncuranza oppure delle loro passioni, anche gastronomiche, come capito ad uno dei più pericolosi latitanti del clan dei Casalesi, Francesco Bidognetti, arrestato in seguito ad una telefonata fatta col proprio telefono all’azienda dolciaria milanese “Tre Marie” per comprare un tipico panettone artigianale .