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Area marina della Gaiola: un mare di discarica, a rischio l’intera area protetta

Area marina della Gaiola: nell’ambito della riqualificazione di Bagnoli si prevede un secondo scarico a mare proprio nella zona dell’area protetta napoletana.

Danni ambientali, sanitari ed economici sono le gravi conseguenze a cui porterebbe la realizzazione del:

“Piano di Riqualificazione Ambientale e Rigenerazione Urbana” (PRARU) di Bagnoli-Coroglio, a cui il Ministero dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica, di concerto con il Ministero della Cultura, ha dato il via libera con Decreto n. 421 del 29.11.2024.

Per questo, Fondazione Marevivo, Delegazione Marevivo Campania e Greenpeace Italia hanno presentato ricorso al Tribunale Amministrativo Regionale della Campania.

Questi ultimi hanno definito il decreto “illegittimo” e “idoneo a compromettere gravemente e in modo irreversibile la Zona Speciale di Conservazione Europea Gaiola-Nisida e l’area marina protetta Parco Sommerso di Gaiola”, scrivono gli avvocati Marone e Fucci, in rappresentanza delle realtà ambientaliste.

Il paradosso è che, elaborato con il dichiarato intento di “riqualificazione ambientale” del Sito di Interesse Nazionale di Bagnoli, il Piano di Invitalia (il soggetto attuatore) vira in direzione diametralmente opposta e prevede l’ampliamento del collettore fognario e la realizzazione di nuovi scarichi fognari di bypass proprio in piena area protetta.

In caso di pioggia, fino a 206 metri cubi al secondo di liquami ed acque potenzialmente tossiche di dilavamento urbano finiranno in mare sulla battigia con effetti devastanti su tutto il litorale cittadino, sul delicato ecosistema marino dell’area protetta e sulla salute dei cittadini napoletani.

Gaiola: la mobilitazione degli artisti

«Non sono bastati i 13 anni di impegno di Marevivo per far istituire nel 2002 l’Area Marina Protetta “Parco Sommerso di Gaiola», prosegue Giusy Buscemi.

E poi: «Non sono bastati altri 22 anni di lavoro continuo dei volontari e degli esperti per mantenere e garantire questo immenso patrimonio», dice Alessandro Cecchi Paone.

E ancora: «Non è bastato il riconoscimento dei Fondali marini di Gaiola e Nisida tra le Zone Speciali di Conservazione Europea della Rete Natura 2000», spiega Luisa Ranieri.

«Non è bastato!», è un refrain nel video realizzato da personaggi del mondo della cultura e dello spettacolo insieme a Marevivo per denunciare il grave rischio che pende sull’Area Marina Protetta di Gaiola, dove, spiegano «un assurdo progetto di “riqualificazione ambientale” consentirà che liquami e acque potenzialmente tossiche di dilavamento urbano finiscano nel delicato ecosistema marino».

Una mobilitazione a cui partecipano Luisa Ranieri, Valerio Rossi Albertini, Giusy Buscemi, Alessandro Cecchi Paone, Geppy Gleijeses, Debora Caprioglio, Marisa Laurito, Patrizio Rispo, Pino Ammendola, Licia Colò, Lorenzo Gleijeses, Rosalba Giugni, la presidente di Marevivo che chiude il video.

Gaiola: il paradiso di Napoli

“Un paradiso abitato da diavoli” l’aveva definita Benedetto Croce.

Ed è proprio così, ancora una volta, uno dei luoghi più spettacolari della città napoletana viene deturpato da mani umane.

Si tratta della Gaiola, un parco archeologico sommerso e al tempo stesso un’area marina protetta.

Il Parco Sommerso di Gaiola unisce storia, cultura e natura.

Il mare intorno ai due isolotti collegati da un esile ponte e noti come Gaiola custodisce una meraviglia da scoprire.

Il parco si estende dal borgo di Marechiaro alla Baia di Trentaremi, tra costoni rocciosi, falesie di tufo e macchia mediterranea.

Questo luogo di rara bellezza ha incantato nei secoli molti popoli, a partire dai Romani.

Dal I secolo a.C. l’aristocrazia romana costruì qui sontuose ville.

La più importante era quella di Pausilypon edificata da Publio Vedio Pollione e poi diventata Villa Imperiale (oggi visitabile).

La villa era stata concepita per l’otium, ma come era solito in epoca romana, dall’ozio si doveva anche generare ricchezza.

Qui infatti, venivano allevati pesci, nello specifico: orate, murene ed ostriche.

Dopo il ricco cavaliere patrizio, la villa è stata anche proprietà altrui, tra questi tutta la dinastia Augustea.

Poi fra l’Ottocento e il Novecento è passata ad altri proprietari: fra questi Luigi de Negri che, nel 1874, vi costruì una villa che la caratterizza ancora oggi.

E fu anche proprietà del celebre Norman Douglas, autore della “Terra delle Sirene”.

Oggi la villa è di proprietà della Regione Campania e l’intera area, istituita come “protetta” con il Decreto Interministeriale del 7/8/2002, presa in cura dal CeRD (Centro Ricerca e Divulgazione AMP Gaiola) con la collaborazione del Centro Studi Interdisciplinari Gaiola ONLUS.

Dora Caccavale
Dora Caccavale
Nata a Napoli (classe 1992). Laureata in Storia dell'Arte presso l'Università degli Studi di Napoli Federico II. Autrice del libro "Lettere di Mattia Preti a Don Antonio Ruffo Principe della Scaletta" AliRibelli Editore. Organizzatrice di mostre ed eventi artistici e culturali. La formazione rispecchia il suo amore per l'arte in tutte le sue forme. Oltre alla storia dell'arte ha infatti studiato, fin da bambina, danza e teatro. Attualmente scrive per la testata XXI Secolo.