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Archivio Riccardo Dalisi simbolo di Napoli

Archivio Riccardo Dalisi è ormai un simbolo della Napoli contemporanea.

Quindi una visita nel suo studio privato, le cui stanze offrono un singolare spettacolo piene come sono di prototipi fin sopra il soffitto, è assolutamente da non perdere.

BIOGRAFIA

Riccardo Dalisi è un artista, designer e architetto dalla fama internazionale.

Nato a Potenza il primo maggio del 1931, fino al 2007 ha ricoperto la cattedra di Progettazione Architettonica presso la facoltà di Architettura dell’Università degli Studi Federico II di Napoli. Qui è stato anche direttore della Scuola di Specializzazione di disegno industriale.

L’opera di Dalisi si inscrive nell’afflato creativo degli anni ’70 al quale appartenevano protagonisti del calibro di Mendini o Sottsass. O ancora Ugo La Pietra.

È quest’ultimo a invitarlo a raccontare l’esperienza del movimento dei Global Tools (1973-1975) di cui Dalisi è uno dei fondatori. E le istanze dell’architettura e del design radicali, nel numero 10&11 della rivista SpazioArte.

Le sue opere sono esposte nei più importanti musei italiani e internazionali.

Come le collezioni permanenti del Centre Pompidou di Parigi, del Frac Centre di Orléans e del museo Madre di Napoli.

LO STUDIO

“Il lavoro di Riccardo Dalisi può essere sicuramente inscritto in un’area che possiamo definire architettura del comportamento.” Achille Bonito Oliva

Riccardo Dalisi nel 2018 ha deciso di tornare a Rua Catalana, stabilendo lo studio nell’antico appartamento in un palazzo dei primi del ‘900.

Con l’idea di trasformare lo studio in un luogo di ricerca e la creazione di un archivio aperto al pubblico.

Questo che è stato nel XV secolo l’unico sbocco per il porto, popolato da artigiani, ha ripreso le sue origini.

Dal 1997 Dalisi ha riportato Rua Catalana al suo antico splendore.

“Riccardo Dalisi, come un prestigiatore fa per le sue magie, raduna filo spinato e rete per costruire pollai, ferro e rame, ottone. Da queste materie, opportunamente lavorate, vengono alla vita dell’arte i Suonatori e i Re, i Centauri e la Sfinge, le figure della Devozione, Cristo e la Madonna, i Guerrieri. Questi materiali umili vengono “trattati” dall’artista con tecniche antiche e memoria sapienziale a sottolineare lo scarto tra la loro povertà e la persistenza e vitalità di un patrimonio irrinunciabile.” Angelo Trimarco.

Dora Caccavale
Dora Caccavale
Nata a Napoli (classe 1992). Laureata in Storia dell'Arte presso l'Università degli Studi di Napoli Federico II. Autrice del libro "Lettere di Mattia Preti a Don Antonio Ruffo Principe della Scaletta" AliRibelli Editore. Organizzatrice di mostre ed eventi artistici e culturali. La formazione rispecchia il suo amore per l'arte in tutte le sue forme. Oltre alla storia dell'arte ha infatti studiato, fin da bambina, danza e teatro. Attualmente scrive per la testata XXI Secolo.