Con un provvedimento emesso dal G.I.P. di Firenze, questa mattina, in Toscana e in Campania sono state eseguite 5 ordinanze di custodia cautelare, oltre a 50 perquisizioni e sequestri di beni del valore di circa 6 milioni di euro, nei confronti di 30 aziende, imprenditori vicini al clan dei casalesi e annessi prestanome.
Implicato anche un funzionario pubblico corrotto, dirigente dell’ ASL 3 di Napoli sud, con sede a Torre Annunziata (NA). Le indagini coordinate dal Procuratore Capo Giuseppe Creazzo e dal Sostituto Procuratore Giulio Monferini, hanno individuato in provincia di Lucca un gruppo criminale vicino agli affari di alcuni imprenditori edili: De Rosa A., residente a Lucca, Piccolo F., residente a Caserta e Piccolo L., residente a Montecarlo.
Questi ultimi, mediante società “apri e chiudi” toscane e campane, intestate a dei prestanome, con turbative d’asta realizzate con “accordi di cartello”, riuscivano ad accaparrarsi più di 50 commesse dell’Asl 3 di Napoli Sud, per lavori di somma urgenza e “cottimi fiduciari”, banditi per importi di gran lunga inferiori alle cifre oltre le quali è obbligatoria una formale gara di appalto. Le imprese collegate al sodalizio, invitate a partecipare, riuscivano sistematicamente ad aggiudicarsi i lavori. In realtà, molte di queste opere non venivano poi eseguite, nonostante risultassero attestate come avvenute.
Il Dirigente Responsabile del “Servizio Tecnico Area Sud”, Donnarumma S., residente a Pimonte (Na), oltre a concedere l’appalto in violazione delle norme di trasparenza, correttezza e imparzialità, consentiva al sodalizio di ottenerne il pagamento pur in mancanza di esecuzione dei lavori.
L’organizzazione criminale aveva vinto così, illegalmente e gratuitamente, appalti per oltre 6 milioni di euro che venivano riciclati nello svolgimento delle attività immobiliari del sodalizio, come acquisto, ristrutturazione o costruzione di edifici effettuati da società del gruppo situate in provincia di Lucca e Grosseto.
Una parte degli introiti veniva poi trasferita e, se necessario, trasformata in denaro con pagamenti di forniture fittizie alla società Edilizia Srl., avente sede legale a Roma e base operativa a Casaluce (CE).
A carico di alcuni degli arrestati anche l’accusa di favoreggiamento della cosca mafiosa dei casalesi “fazione Michele Zagaria”. Infine, indagato anche un avvocato che esercitava consulenza del lavoro a Salerno e a Follonica (GR), il quale, pur essendo al corrente dell’illiceità delle operazioni, forniva servizi contabili e amministrativi alle aziende coinvolte, garantendo un’apparente regolarità degli appalti. Alla guida delle indagini, la Procura Nazionale Antimafia e Antiterrorismo, in collaborazione con la Direzione Distrettuale Antimafia di Napoli e la Procura della Repubblica di Napoli Nord che, insieme alla Guardia di Finanza di Aversa, sta procedendo ad eseguire 34 ordinanze di custodia cautelare.